Los Angeles. Nel 1986 usciva al cinema The Mosquito Coast, film che vedeva protagonisti Harrison Ford ed Helen Mirren nei panni di una coppia di idealisti decisi a lasciare gli Stati Uniti per dare ai figli una prospettiva di vita migliore in un Paese del terzo mondo. I tempi non erano maturi: il film e il suo forte messaggio ambientalista non fecero presa sul pubblico. Era una critica feroce al capitalismo e al cosiddetto colonialismo americano, la tendenza cioè a esportare nel resto del mondo, con le buone o con le cattive, i valori americani. La sceneggiatura era di Paul Theroux, zio di Justin Theroux che ora è protagonista, insieme all'attrice australiana Melissa George, della omonima serie tv, la cui seconda stagione si conclude con l'episodio fruibile da oggi su AppleTv.
La serie ha avuto più successo del film, e si parla di una terza stagione. «Spero che ci sia» dice Melissa George che interpreta Margot, moglie di Allie e madre di Dina e Charlie. Una famiglia sempre in fuga, sempre in allerta, la sua. «Però, alla fine di questa seconda stagione le cose andranno nella direzione in cui vuole Margot, che ha fatto un buon lavoro. Ho molto in comune con lei, entrambe siamo delle sopravvissute». L'attrice, nata in Australia e vissuta a lungo a New York, si riferisce alle vicissitudini che l'hanno portata in Francia e alla traumatica separazione dal compagno, l'imprenditore Jean David Blanc con cui ha avuto due figli. Nel 2016 l'attrice lo ha accusato di violenza domestica. «Ora sono una madre single, vivo fra Parigi e la Provenza. Come per Margot, la mia vita è stata stravolta da un fatto drammatico. Come lei combatto per i figli. Però io sono finita in Francia, un posto che adoro, sono stata più fortunata di lei». A Margot infatti la vita risulta più difficile: «È una donna forte, più ingenua nella prima stagione, più determinata nella seconda. Vive una situazione complicata, non può lasciare il marito ma non può nemmeno stare con lui». Margot è nata in una famiglia agiata e all'inizio della prima stagione il pubblico apprende che ha dovuto abbandonare ogni agio per seguire il marito, Allie Fox, scienziato e idealista, braccato dal governo americano per ragioni che verranno spiegate nel corso delle puntate. «Io, australiana con la cittadinanza statunitense che vive in Francia, non ho perso il senso della prospettiva. Continuo a riuscire a vedere l'America con gli occhi di chi non è nato negli States e per questo ho amato interpretare il ruolo di un'americana che ha uno spirito critico. Mi ha affascinato il fatto che tutto ciò che questa famiglia si vuole lasciare alle spalle, il capitalismo, gli eccessi, poi, volente o nolente, lo ritrova nei posti dove va. È come se il buono e il cattivo della loro nazione d'origine li seguisse sempre, in Messico, in Guatemala...».
C'è un posto però, che dovrebbe essere diverso, la meta da raggiungere: «Mosquito Coast, la costa delle zanzare, esiste davvero, è in Honduras ma non ha nulla a che fare con quei fastidiosi
insetti. Si chiama così perché è il nome della tribù di quel luogo. La famiglia Fox pensa che arrivando lì tutti i problemi svaniranno, ma non è così perché, appunto, l'America li segue sempre». È la globalizzazione, bellezza.
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