La sfida? Ormai è Polverini-Tafazzi

Da un lato una candidata con un nome e cognome che, polemiche a parte, già ha avviato la macchina elettorale a una velocità notevole. Dall’altro la macchina non solo deve essere avviata, ma deve essere ancora acquistata e deve decidersi anche da chi e con quali soldi. E alla fine chi la guiderà. A ottantadue giorni dal voto che darà finalmente un volto alla Regione del dopo-Marrazzo, la situazione nei due schieramenti è questa.
E in tutto questo un ruolo non certo secondario rischia di averlo la Befana. Sì, proprio la vecchietta portacarbone, che ieri si è simbolicamente presentata alla sede nazionale del Pd per chiedere che nel Lazio vengano fatte le primarie perché, come dice l’assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri (quello del: Nieri chi?) «il Pd non può continuare a ignorare le tante richieste per le primarie che provengono dalla società. Così facendo si mortifica la passione e l’entusiasmo di tante persone che credono nella politica, nella partecipazione e nella sinistra. Le primarie sono uno strumento di democrazia sostanziale e di trasparenza, a cui una sinistra che vuole marcare la differenza dalla destra non può rinunciare».
Ma le primarie probabilmente non si faranno. L’anti-Polverini verrà scelto nel chiuso di qualche stanza nei prossimi giorni. L’agenda è già stilata: il giorno decisivo dovrebbe essere giovedì 7 quando nel pomeriggio si terrà un tavolo programmatico di coalizione nella sede del Pd Lazio. Ieri il segretario regionale del partito Alessandro Mazzoli ha incontrato dapprima i Verdi e poi Sinistra e libertà. In questo momento appare poco più di una boutade l’autocandidatura alle eventuali primarie di Renato Nicolini, l’inventore dell’Estate romana. Non è invece una boutade l’ansia di molti esponenti della sinistra. «La situazione di stallo venutasi a creare per il centrosinistra nel Lazio è divenuta preoccupante. Serve grande senso di responsabilità da parte di tutti», l’appello di Massimo Pompili e Giovanni Carapella. «È proprio il caso di dire che mentre a Roma si discute, Sagunto brucia. Temporeggiare può infatti essere nocivo per il centrosinistra», dice Alessio D’Amato, consigliere regionale del Pd.
Intanto dall’altra parte si è già a metà dell’opera, avendo ben cominciato. Ieri Renata Polverini ha fatto sapere che il suo comitato elettorale si chiamerà «Laboratorio Lazio», sarà presentato ufficialmente a metà del mese e che avrà sede in piazzale Flaminio, nei locali di una ex officina e deposito Atac, a Roma. L’organigramma del comitato ha già qualche casella piena: il senatore Andrea Augello è responsabile organizzativo, l’onorevole Beatrice Lorenzin portavoce e il senatore Fabio Rampelli responsabile dell’area delle associazioni. La comunicazione sarà affidata alla società Reti di Claudio Velardi.

I primi appuntamenti in agenda vedono Renata Polverini impegnata sabato 9 gennaio e domenica 10 gennaio in quattro grandi assemblee a Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti alle quali parteciperanno i capi gruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, oltre a Vicenzo Piso e Alfredo Pallone, coordinatore e vice coordinatore regionale del Pdl nel Lazio.

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