le sfilate di Parigi

Nelle pieghe della donna che Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli immaginano vestita con l'alta moda di Valentino per l'estate 2011 c'è la dolce ala della giovinezza, qualcosa di evanescente e inafferrabile per cui ci si commuove a qualunque età. Ma durante l'indimenticabile sfilata che ieri sera ha chiuso in bellezza questa tornata della couture parigina, le più commosse sembravano proprio quelle splendide ragazze tipo Bianca Brandolini d'Adda, Delfina Delettrez Fendi oppure Eugenie Niarchos che hanno gli anni, il fisico, le occasioni e la consistenza patrimoniale per vestirsi in atelier. «Questi abiti vogliono mostrare il lato più segreto ed elegante della sensualità» raccontano i due stilisti poco prima di mandare in passerella 40 capolavori d'arte sartoriale in salsa poetica. «Siamo arrivati a fare autentiche follie con le 40 sarte che lavorano in Piazza Mignanelli a Roma» dice Mariagrazia mostrando le pieghe di un abito verde acqua larghe un centimetro davanti ma profonde 18 centimetri all'interno perché la gonna che per la cronaca richiede 25 metri di tessuto, si muova ad ogni passo per poi tornare al posto suo creando un vortice intorno alle gambe.
Un altro modello prevede che innumerevoli nastri di pizzo, uno diverso dall'altro, scendano sul point d'esprit determinando una teoria di pieghe piatte, le più leggere e donanti che si siano viste da molto tempo sulle passerelle dell'alta moda. Incredibile davvero il ricamo che genera la linea del vestito plissè soleil per non parlare di quello fatto da un filo ritorto su se stesso che alla fine crea un effetto fiore e che tecnicamente si chiama «bigudi». Pare che ci sia un'unica artigiana al mondo in grado di farlo, una signora ottantenne che vive in campagna nel sud della Francia. «Tutto il resto è fatto in Italia» puntualizzano i due giustamente fieri delle stupende scarpe a gabbietta in cristalli effetto diamante spezzato per non parlare dei collarini fatti da mille e più farfalle in pizzo chantilly, plexiglass e nastri. Il tutto nei colori più pallidi e sensuali che si possano immaginare: la pelle di una donna che ha appena fatto all'amore, il rosa più deciso delle guance di lui, l'avorio, il crema, un elusivo punto di giallo e ovviamente il rosso Valentino per due vestiti tinta unita oltre che per alcuni tocchi sui modelli con stampe acquerellate di fiori. Stavolta la coppia Chiuri e Piccioli ha saputo toccare la corda della tenerezza che come l'acqua è invincibile.
Vince sul fronte dell'eleganza di ogni singolo pezzo, ma non convince l'immagine in generale della sfilata di Jean Paul Gaultier cui assiste anche Zaha Hadid, l'architetto del Maaxxi di Roma. «Mi piace la moda, l'abito deve essere l'habitat del corpo» dice la signora mentre le modelle di Gaultier pettinate come dei mohicani finiti da un parrucchiere punk presentano tailleur pantaloni perfetti, elegantissimi trench, un paio di corsetti super sexy: tutto quel che lo stilista sa fare divinamente bene da 30 anni se non più.

Ieri a Parigi ha sfilato anche il libanese Rabin Kayrouz con un'idea non nuovissima ma nel suo piccolo geniale: l'abito da lavoro che si trasforma in vestito ultra chic. In mano sua il grembiule da macellaio subisce una specie di trasmutazione alchemica. E non a caso tra le sue clienti c'è una delle donne più eleganti del mondo: Rania di Giordania.

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