Sfratto rinviato, hanno vinto i prepotenti

(...) un edificio che un manipolo denominato centro sociale T28 occupa abusivamente e impunemente dal 1979, da più di 30 anni. Questi squadristi no global, oltre che requisire case altrui, mostrano, ad esempio, la loro acuta sensibilità sociale facendo pagare le spese condominiali a una coppia di pensionati che non possono entrare in casa loro.
Ebbene, per l’ennesima volta ieri mattina l’ufficiale giudiziario li ha visitati, in realtà per tranquillizzarli, con l’ennesima ingiunzione di sfratto, alla quale certamente ne seguiranno altre. Sfratto subito prorogato al 30 marzo. Intanto i prodi occupanti distribuivano centinaia di copie di una finta prima pagina del Giornale che... che dà loro ragione, bloccavano il traffico del primo mattino, minacciavano e insultavano la nostra cronista. Mentre il povero ufficiale giudiziario se ne tornava in ufficio tirando un sospiro di sollievo, dunque, ancora volta lo stato di diritto si dileguava con la coda fra le gambe. Per l’ennesima volta mostrandosi timido, impotente e vile.
Illegalità prorogata, dunque: non solo fino al 30 marzo ma in realtà sine die. È l’ennesimo caso di legalità relativa. Non applicata, cioè, per decenni in situazioni che appaiono fastidiose o pericolose, elusa a carico di chi si mostra arrogante e prepotente. L’ennesimo caso di legalità pavida: non imposta, cioè, semplicemente per paura della reazione dei pochi che da decenni la infrangono. Dunque: da una parte i diritti dei pensionati che pagano per un bene che non possono utilizzare oltre che quelli dei proprietari (proprietà, termine che i ragazzotti dei centri sociali aborriscono); dall’altra una squadraccia di prepotenti. Ebbene, con chi si schiera, nei fatti, lo Stato? Con questi ultimi naturalmente, compiendo, consapevolmente, una serie di atti del tutto innocui, inconcludenti, sterili e privi di qualsiasi effetto, come le periodiche e ridicole ingiunzioni di sfratto e i rituali pellegrinaggi degli ufficiali giudiziari.
Lo stato, ci insegnano, ha il monopolio dell’uso della forza per assicurare il rispetto della legalità e i diritti dei cittadini, a cominciare dai più deboli, che in via dei Transiti sono quelli che subiscono l’occupazione abusiva. Ma se, di fronte a tanta «tracotanza democratica», lo Stato abdica rinunciando a questo monopolio, non fa che avallare la legge del più forte, altro che stato di diritto.


Di questi tempi la carta costituzionale viene idolatrata come un totem intoccabile, salvo poi farne strame nella spicciola pratica quotidiana, come in via dei Transiti (ma quante vie dei Transiti ci sono a Milano?) dove i diritti dei più deboli e dei miti vengono regolarmente ridicolizzati, tanto che a questo punto sarebbe molto più serio evitare le periodiche e velleitarie visite degli ufficiali giudiziari, regolarmente seguite da una proroga. Da più di 30 anni.

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