Sgominata la banda di ladri acrobati

Indossavano tute, guanti e cappucci neri come Diabolik per mimetizzarsi nel buio e con l’agilità da felini entravano nelle case arrampicandosi su tubi e ringhiere come dei veri acrobati. Ogni «colpo» durava tra i tre e i quattro minuti: il tempo necessario per arraffare gioielli e preziosi per poi scappare a bordo di auto di grosse cilindrate. La banda, ritenuta responsabile di circa 30 furti in case e 4 in ville, per un bottino di circa 2 milioni di euro, studiava attentamente le abitudini delle famiglie e entrava generalmente quando in casa non c’era nessuno. In alcuni casi però si era imbattuta in persone anziane, picchiate e rinchiuse in bagno. A finire in manette 15 persone (11 albanesi e 4 romeni tutti pregiudicati), tra le quali 2 donne, arrestate dai carabinieri della compagnia Trionfale con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine, sequestro di persona e ricettazione. Altri 10 sono stati invece denunciati. Le indagini sono scattare nell’agosto 2009 in seguito alla morte di un albanese caduto accidentalmente mentre tentava di arrampicarsi al terzo piano di un palazzo per mettere a segno la rapina. Alcuni degli arrestati lavoravano come giardinieri saltuari e muratori in abitazioni delle zone Vigna Clara, Eur e Camilluccia. Gli investigatori non escludono che proprio durante queste attività potessero progettare i nuovi colpi. L’organizzazione era ben strutturata: in 4 progettavano i furti, altri invece erano gli esecutori, mentre le donne fornivano supporto logistico facendosi intestare gli affitti delle loro case e compravano schede telefoniche. Durante le perquisizioni sono stati trovati circa 10mila euro in contanti e oltre un chilo di cocaina. Proseguono le indagini per accertare se la banda abbia commesso altri furti e rapine, magari in abitazioni di personaggi pubblici di Roma nord vittime di rapine negli scorsi mesi.
«Bene, ora mi sento più protetto. Io li definirei ladri acrobati esperti in giurisprudenza italiana perché andavano a rubare sapendo le regole per non essere imputati di aggressione», ha commentato così gli arresti Renzo Arbore, uno dei vip vittime della banda. Arbore ricorda gli «infiniti minuti di terrore» in cui subì il furto nella sua casa in via Cortina d’Ampezzo: «Erano tre o quattro uomini...non ricordo.

Hanno preso coltelli e mazze dalla mia cucina sapendo che così non potevano essere processati per aggressione a mano armata e mi hanno aggredito nel mio letto mentre ero sveglio. Sono stati infiniti minuti di terrore. Erano molto bravi, c’è chi dice che alcuni di loro siano ex poliziotti romeni».

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