Shammah: così sarà il mio nuovo Parenti

La stagione non è ancora finita, ma il Teatro Franco Parenti guarda già al futuro. Al prossimo cartellone che da ottobre accompagnerà gli spettatori in un lungo viaggio tra novità assolute, provocazioni, sperimentazioni, sempre e comunque allestimenti antinoia. Tutto, simbolicamente, è cominciato ieri sera con l'inaugurazione, in differita, del teatro riaperto nel 2008: «Fino ad ora vi sono state “augurazioni“ del Franco Parenti rinnovato, omaggi non pubblici resi da amici del mondo dello spettacolo che hanno dato energia al nostro palcoscenico, ma non un'apertura ufficiale. Ieri sera, invece, con la pubblica cerimonia ebraica dei tre sassolini, un gesto simbolico che vuole unire in un tutt'uno passato, presente e futuro, e con i ricordi di quanti hanno lavorato per questo teatro, abbiamo dato il via ufficialmente alla nostra prima stagione», spiega Andrée Ruth Shammah, direttrice della sala che ancora oggi molti nostalgici chiamano Salone Pierlombardo.
Il futuro per il Franco Parenti vuol dire ripartire da un debito «congelato» di due milioni settecento mila euro accumulato dal 1972, anno di nascita della cooperativa teatrale, che per la prima volta non è aumentato, ma vuol dire soprattutto puntare sugli spettatori. «E infatti questa sarà la stagione degli “imparentati”, che vuol dire non soltanto degli abbonati, ma anche di tutti quanti vorranno entrare a far parte della nostra famiglia venendo a teatro», illustra la Shammah. «Perchè ad una grande compagnia di artisti deve corrispondere una grande compagnia di spettatori che amano il gioco dell'intelligenza, della fantasia, della provocazione».
Abbonati, imparentati e non, avranno di che scegliere in un ricco cartellone che si aprirà il 4 ottobre con Terra promessa! , Briganti e migranti, di Marco Baliani e Felice Cappa, ovvero come ripercorrere l'unità d'Italia attraverso la storia di banditi e resistenza armata, e proseguirà con un mix di emozioni suddivise nelle varie sale del teatro. Che spazieranno da un sempreverde per sognatori come Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry letto da Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni a un testo sociale come Roman e il suo cucciolo con Alessandro Gassman, e, ancora, dal classico della commedia napoletana Lo scarfalietto di Eduardo Scarpetta con Geppy Gleijeses e Lello Arena al recital di Sergio Rubini A cuore aperto. Voci del Novecento da Neruda a Sanguinetti. Ma tra i tanti allestimenti da segnalare anche Esequie Solenni di Antonio Tarantino, incontro tra la vedova De Gasperi e Nilde Iotti, interpretate da Ivana Monti e Sara Bertelà, le Operette morali di Giacomo Leopardi adattate e dirette da Mario Martone e il pluripremiato musical Le meravigliose Wonderette di Roger Bean con regia di Luca Sandri.
«Ma oltre al cartellone tradizionale vi sarà spazio anche per alcuni importanti progetti», spiega ancora Andrée Ruth Shammah. «Uno ruoterà attorno all'Idiota di Dostoevskij e porterà in scena una serie di allestimenti in lingua russa, oltre a letture e incontri per compiere un viaggio attraverso una delle culture più estreme e appassionanti d'Europa, l'altro sarà il Festival Tfadal, in siriano significa benvenuto, che aprirà le porte a navigatori solitari, sperimentatori di linguaggi, poeti visionari.

Perchè lontani i tempi in cui quando andava in scena il Ruzante secondo Franco Parenti gli spettatori staccavano le poltrone per lanciarle sul palcoscenico, oggi sicuramente il pubblico cerca un teatro aperto a contaminazioni imprevedibili e uno spazio dove possano sempre germogliare le idee e i sogni».

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