«Si può fare se non si viola la privacy»

«Utilizzare per fini di sicurezza anche le telecamere private non pone alcun problema. A patto che le immagini siano utilizzate in modo corretto». Parola di Fausto Giunta, ordinario di Diritto penale all’Università di Firenze. Il suo giudizio, relativamente alla proposta del sindaco Moratti, è sostanzialmente positivo. «Gli occhi elettronici di banche e supermercati, così come avviene per quelli installati dal Comune, non farebbero che riprendere luoghi pubblici o comunque aperti al pubblico - spiega -. Ciò non comporterebbe la violazione di alcuna norma penale. Il problema è che la legge sulla privacy impone precisi vincoli sull’utilizzazione delle banche dati».
Tradotto: bisognerebbe far riferimento alle immagini raccolte solo nel caso in cui fosse stato commesso un reato e unicamente per periodi brevi di tempo. Esattamente ciò che già accade con le oltre mille telecamere pubbliche che già vigilano sulla città. «Del resto - prosegue Giunta - l’ordinamento prevede che le immagini siano acquisite dalla magistratura quando questo sia necessario per documentare un reato».
L’iniziativa di Letizia Moratti piace anche al vicesindaco con delega alla Sicurezza, Riccardo De Corato. «Mi sembra un’ottima idea. Se potessimo avere a disposizione migliaia di telecamere in più - dice - potremmo controllare meglio il territorio. Adesso speriamo che i privati rispondano in modo positivo».

Nel frattempo, Palazzo Marino ha potenziato i controlli. Nei maggiori parchi della città - Sempione, Cave e Basiliche - sono state installate torrette dentro le quali due vigili controllano le immagini che scorrono sui monitor».

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