La burocrazia regionale siciliana si metterà a dieta: meno dipendenti, maggiore qualificazione, premi legati all'effettivo merito per il raggiungimento degli obiettivi. Insomma, una rivoluzione. Specie per una macchina burocratica elefantiaca qual è quella della Regione Siciliana che conta oltre duemila dirigenti e più di 17 mila dipendenti, tra l'altro privilegiati - potenza dell'autonomia - sul fronte pensionistico e degli stipendi.
Ad annunciare il "signori, si cambia" è l'assessore regionale alla Presidenza Gaetano Armao, che ha messo nero su bianco, nel Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) già approvato dalla giunta guidata da Raffaele Lombardo le linee guida della riforma della pubblica amministrazione regionale.
Non ci saranno licenziamenti, assicura l'assessore che il prossimo 24 agosto incontrerà i sindacati. Ma privilegi e conseguenti sprechi della pubblica amministrazione sul fronte del personale sono pronti ad andare nel dimenticatoio. «Il discorso è semplice - spiega l'assessore Armao - i dirigenti che raggiungeranno gli obiettivi fissati prima dell'avvio del procedimento amministrativo verranno premiati; chi non li raggiungerà verrà sanzionato. Si chiude la fase dei benefici a pioggia per i dipendenti e si apre quella della selettività».
I dipartimenti passeranno dagli attuali 37 a 28. Per quanto riguarda la razionalizzazione del numero di dipendenti e dirigenti, per arrivare almeno agli standard delle altre regioni, l'assessore pensa ad un sistema di incentivazione dell'esodo e a forme di mobilità. «Nessun licenziamento in vista», assicura comunque Armao che lunedì 24 comincerà la contrattazione con i sindacati.
Obiettivo della maxi-riforma della pubblica amministrazione regionale, la crescita di efficienza e qualità delle prestazioni. «Puntiamo - spiega l'assessore - a incrementare la produttività, riducendo i costi dei servizi.
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