Il sindaco manda «al diavolo» il ministro e la sua riforma

Il sindaco manda «al diavolo» il ministro e la sua riforma

(...) nel capoluogo ligure, dove le scuole frequentate in prevalenza da stranieri nati fuori dal territorio nazionale sono pochissime, l'ultima idea della Gelmini sembra quindi perfettamente inutile. «Dobbiamo capire chi sono gli stranieri - spiega Veardo - per noi chi è nato e cresciuto a Genova è un cittadino come tutti gli altri, che chiede servizi». Ecco così, che a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico, il Laboratorio Migrazioni del Comune diventa il settore su cui puntare. D'altronde lo sforzo di mediazione interculturale ed educativa è ormai, con 8423 piccoli immigrati tra i banchi, più che necessario. Ma cosa c'entra tutto questo con le polemiche nazionali sulla riforma e le successive proposte? «Stiamo lavorando per allargare ciò che nella legge nazionale veniva solo ristretto; il Comune è parte dello Stato ma può individuare limiti e incoerenze nelle leggi», spiega il sindaco e rivendica quasi come fosse merito suo la circolare di Ferragosto che elimina l'obbligo del permesso di soggiorno per l'iscrizione a scuola dei bambini. È tutta orgoglio Marta Vincenzi quando sorvola questo argomento così come quando annuncia le nuove 100 assunzioni di insegnanti da parte del Comune e i 530 posti in più negli asili nido.

Peccato però che tali iniziative non siano state inserite in alcuno sforzo progettuale e ora, come segnalano indignati alcuni lettori, i bambini si trovino stipati nelle vecchie strutture con solo qualche maestra in più ad assisterli.
A salvare la bandiera di Palazzo Tursi resta pertanto solo il settore delle ristrutturazioni che ha già censito l'80 per cento degli edifici e deve ancora intervenire su 59 plessi.

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