La sinistra critica Monti Bersani: "Sulle pensioni approccio troppo duro"

Dai banchi della sinistra arrivano i primi commenti alle misure. Dubbi sull'equità della manovra da parte del Pd, seguito a ruota da Idv e Sel

La sinistra critica Monti Bersani: "Sulle pensioni approccio troppo duro"

Dai banchi della sinistra arrivano le reazioni al pacchetto di misure. Dal Pd qualche dubbio su una manovra "dura, dettata dalla necessità", ma diversa da quella che avrebbero voluto i democratici. L'Idv si chiede perché Monti non abbia avuto tempo di valutare tematiche che stanno al cuore al partito, mentre il Sel contesta un pacchetto di misure che colpisce "sempre gli stessi".

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta le misure parlando di un'operazione "assolutamente da migliorare", che va alleggerita su alcuni punti, "a partire dall'indice di rivalutazione delle pensioni perché due volte il minimo è troppo poco". Anche "l'accostamento alla riforma delle pensioni deve essere più graduale - continua Bersani - per lavoratori precoci e pensionati a più basso reddito". Il segretario ha poi chiesto "un incremento dell’esenzione dell’Ici sulla prima casa", assicurando di avere in mente dove reperire le risorse e sottolineando come sia "importante che sia passato il principio degli scudati, l’abbiamo voluto e abbiamo insistito per tanto tempo, ma l’1,5% è un buffetto". 

Il leader del Pd ha poi anticipato che i Democratici lavoreranno per far sì che la manovra, "che non è quella del Pd, nè quella che il Pd avrebbe fatto" possa migliorare. Sulla stessa linea il discorso in aula di Dario Franceschini, che ha rivendicato anche il successo del Pd nell'aver spinto il governo a rivedere la decisione sull'indicizzazione di tutte le pensioni, chiedendo però di "aumentare al 2 per cento il prelievo sugli scudati per lasciare l’indicizzazione a chi prende 1.500-2000 euro".

Anna Finocchiaro, commentando la manovra, lìha definita una misura "durissima, dettata dall'emergenza", che viene dopo che "per 3 anni il governo Berlusconi non ha fatto niente per combattere la crisi". Il presidente dei senatori del Pd parla anche di una misura diversa da quella che avrebbe voluto fare il Pd, "uno sforzo ingentissimo", al quale avrebbero preferito una misura "più equa e che si colpissero di più i privilegi, le grandi ricchezze e l'evasione fiscale". E conclude, "lavoreremo per migliorarla in Parlamento, cercando di alleggerire il carico per lavoratori dipendenti e pensionati".

E anche dall'Idv arrivano le prime critiche al pacchetto Monti. Antonio Borghesi, vice capogruppo alla Camera per l'Italia dei valori, ha voluto sottolineare come "sui tagli della politica", si sia solo all'inizio e sia necessario "fare di più". E su Ici ai beni della Chiesa e accordo sulla Svizzera per i patrimoni illegalmente all'estero, in merito ai quali il premier ha dichiarato che l'esecutivo era "concentrato su altro", Borghesi si chiede se "allora solo sui sacrifici per pensionati e lavoratori era pronto subito". "Noi non ci stiamo", conclude, chiedendo "segnali precisi, come l’applicazione della legge sui beni sottratti alla mafia, segnali contro gli evasori, esportatori illegali di capitali e contro coloro che nascondono beni nelle società di comodo".

L'idea che a pagare siano "sempre gli stessi" serpeggia anche tra le file del Sel di Nichi Vendola. Il presidente della Regione Puglia ha sottolineato come, a sua dire "alla fine della giostra pagano sempre gli stessi: per quanto si possa imbellare, questa manovra colpisce duramente i ceti medio-bassi e i pensionati".

Per Vendola, con la manovra dell'esecutivo "si aumentano le accise, si colpisce in maniera bonaria i capitali scudati mentre sui pensionati da 950 euro al mese in su si blocca l’indicizzaione". Inaccettabile, dice il leader del Sel "che sulla struttura della ricchezza si possa fare qualche gentile limatura e nessuno intervento strutturale, normale, invece, sui ceti medi e sui pensionati".

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