Ma la sinistra riesce a dividersi anche sulla sicurezza del Paese

Rutelli: «Occorre coesione, noi daremo il nostro contributo». Prodi si allinea. Fuori dal coro i Verdi e Rifondazione

Anna Astrella

da Roma

Anche il pacchetto sicurezza divide il centrosinistra. Sono sensibilmente diverse, infatti, le reazioni con cui lo schieramento riformista e quello radicale accolgono le misure per combattere il terrorismo approvate ieri dal Consiglio dei ministri. Così mentre Prodi e Rutelli plaudono alla nascita di una filosofia comune tra maggioranza e opposizione nella lotta all’estremismo islamico, Bertinotti, invece, capeggia la sinistra estrema, convinta sostenitrice dell’inadeguatezza delle misure varate dal governo che punterebbero solo alla repressione e comprometterebbero lo Stato di diritto.
Buona l’accoglienza riservata al pacchetto Pisanu nell’Unione; Romano Prodi si mostra bendisposto verso una linea comune da adottare contro il terrorismo: «Le misure ci trovano e mi trovano d’accordo in linea di massima - commenta il Professore -. Certo ci sono punti tecnici da discutere. La linea di essere tutti uniti contro il terrorismo e di usare strumenti condivisi è la nostra linea, ma con una barriera: il rispetto dei diritti di ogni cittadino».
Un giudizio positivo sul pacchetto è espresso anche dal capogruppo Ds alla Camera, Luciano Violante che, però, non evita di sottolineare alcune mancanze (misure su processo penale, istituzione di una banca dati per il terrorismo e cooperazione internazionale) per risolvere le quali si aspetta un atteggiamento di apertura da parte della Cdl nei confronti degli accorgimenti che la Quercia proporrà in Parlamento.
Dichiarazioni di intenti unitari arrivano anche dal leader della Margherita, Francesco Rutelli, il quale fa riferimento all’unità profonda del popolo italiano che «né il terrorismo, né il fondamentalismo metteranno in crisi». Rutelli concorda con Prodi per quanto riguarda le misure sulla sicurezza. «Di fronte alla minaccia del terrorismo - precisa - occorre la più grande unità e noi daremo il nostro contributo. Daremo il nostro contributo - ribadisce il leader della Margherita - anche migliorando in Parlamento le norme presentate. Certo lo faremo dando un contributo unitario perchè il Paese ce lo chiede e questa emergenza lo esige».
In effetti, ascoltando Rutelli parlare del «contributo unitario» che il centrosinistra si appresta a dare per combattere l’emergenza terrorismo, qualche perplessità sorge. Almeno stando alle dichiarazioni di Bertinotti e, più in generale, dei leader della sinistra radicale. «Siamo assolutamente contrari a queste modalità - risponde, infatti, il leader di Rifondazione -. Pensiamo molto male di tutto ciò che riduce in qualche misura lo Stato di diritto».
A minare la nascita di una linea comune auspicata dalla Casa della libertà e condivisa dai leader dell’Unione anche il Verde Pecoraro Scanio. «Il pacchetto sicurezza - attacca il presidente dei Verdi - è debole contro il terrorismo ed è un cedimento alla demagogia leghista. Si tratta in sostanza di un provvedimento tardivo e pasticciato. Il governo ha puntato solo sulla repressione e ha varato misure insufficienti per isolare chi vuole seminare il terrore». Pecoraro, inoltre, lamenta il mancato coinvolgimento dell’Islam moderato nella lotta al terrorismo per isolare le frange estreme.

Sulla stessa linea anche il coordinatore dei Verdi, Paolo Cento, che del pacchetto sicurezza boccia senza appello in particolar modo la norma sull’espulsione immediata per gli immigrati sospettati, etichettata come «odiosa, discriminatoria e liberticida».

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