A Siracusa rivive il fascino della tragedia

Il teatro greco di Siracusa ospita fino a metà giugno il festival del Dramma Antico. In scena le Baccanti, Prometeo e Uccelli

Mimmo Di Marzio
Nel parco archeologico di Siracusa, in questi giorni come ogni anno, ha luogo un evento magico che per qualche ora ci riporta indietro di qualche millennio. Mentre il sole è ancora alto ma si avvia lentamente al tramonto, gli attori tragici fanno la loro apparizione sulla scena rievocando testi e atmosfere di un'antica Grecia che proprio qui, in quella che fu la capitale del primo impero del Mediterraneo occidentale, ancora pulsa tra i ruderi del quasi intatto anfiteatro. Eternità del mondo classico. Sembra questo il motore invisibile che determina il successo di quella che è oggi considerata una perla unica del turismo culturale italiano: il "Festival del dramma antico" promosso dall'Istituto Inda, che fino a metà giugno propone alcune tra le più celebri rappresentazioni della tragedia greca (e da quest'anno anche della commedia), e che pare crescere ad ogni edizione suscitando l'entusiasmo soprattutto dei giovani. Grandi traduttori, bravissimi attori, registi e coreografi internazionali scendono nel cuore della Magna Grecia per confrontarsi con la grande civiltà del mito. Una sfida emozionante che quest'anno vede in programma, per 51 repliche, tre capisaldi del teatro classico: le "Baccanti" di Euripide, il "Prometeo" di Eschilo e "Uccelli" di Aristofane.
"È la prima volta - racconta il sovrintendente Fernando Balestra - che una commedia greca, in questo caso "Uccelli", entra a pieno titolo in un cartellone che dal 1914 ha visto rappresentare tutti i grandi classici della tragedia in un programma che anno dopo anno si è arricchito di eventi di grande rilievo culturale: come un convegno scientifico, la mostra a Palazzo Greco, le lezioni-spettacolo dell'Accademia d'arte del dramma antico nelle scuole, gli incontri con migliaia di licei italiani ed europei". E proprio nel Palazzo Greco, sede della Fondazione Inda, è ora in corso la mostra dedicata al grande artista scenografo Duilio Cambellotti che ripercorre la storia degli spettacoli del teatro di Siracusa.
Il successo di questo festival - dovuto anche alla sorprendente contemporaneità di opere «multimediali» che fondono insieme musica, danza e recitazione - è confermato dai dati che, alla vigilia del centenario della nascita, registrano un costante incremento di pubblico e di produttività negli ultimi sette anni (+27%); da quando cioè l'Istituto Nazionale del Dramma Antico è stato trasformato in una fondazione con propria autonomia amministrativa. Un trend da 150mila spettatori negli ultimi due anni, per un fatturato di tre milioni di euro che oggi vede - caso più unico che raro nel nostro Paese - il teatro siciliano in attivo. "Se a ciò si aggiunge un indotto alla città di Siracusa di oltre 30 milioni di euro e un aumento del turismo anche fuori stagione, ecco spiegata la ragione dell'aumento delle messinscene, che da quest'anno passano da 38 a 51", sottolinea il sovrintendente Balestra che, proprio come il celebre deus ex machina, di anno in anno porta avanti un programma artistico che coinvolge compagnie di livello internazionale. Quest'anno il pubblico, che affluisce da tutto il mondo, può ammirare un cast con due nomi di grande fama: l'architetto olandese Rem Koolhaas a cui si deve lo straordinario impianto scenico dei tre allestimenti, e la Marta Graham Dance Company diretta dalla coreografa inglese Susan Janet Eilber che riprende la tradizione coreutica del teatro greco di Siracusa dopo gli anni Trenta.

Sulla scena, grandi attori del calibro di Massimo Popolizio, esemplare nel ruolo di Prometeo, Maurizio Donadoni nei panni di un implacabile Dioniso e il ronconiano Mauro Avogadro, perfetto nelle vesti di Pisetero in "Uccelli".

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