Siria, l'Unicef denuncia: dall'inizio della rivolta morti almeno 400 bimbi

Proseguono gli scontri in Siria, dove l'esercito interviene in diverse città per reprimere la rivolta. La Farnesina richiama l'ambasciatore italiano per consultazioni. E dopo il fiasco dell'Onu Erdogan fa sapere che lancerà una nuova iniziativa

Siria, l'Unicef denuncia: dall'inizio della rivolta morti almeno 400 bimbi

Proseguono le violenze in Siria. Quinto giorno di bombardamenti sulla città di Homs. Secondo quanto riferiscono le ong locali almeno 100 civili sarebbero stati uccisi dall’esercito, intervenuto in diverse città. Il ministero dell’Interno siriano intanto fa sapere che "le operazioni contro i gruppi terroristici proseguiranno fin quando non saranno ripristinati ordine e sicurezza in tutti i quartieri di Homs e nei dintorni e fin quando non avremo sconfitto tutte le persone che terrorizzano i cittadini e ne mettono in pericolo la vita". I gruppi terroristici sono esplicitamente indicati come responsabili di quanto avvenuto a Homs. Le autorità fanno sapere che negli scontri di ieri tra militari e bande armate sei agenti sono stati uccisi, altri 11 feriti. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani ieri, solo nella zona di Homs, sono morte 69 persone.

L'Unicef: 400 bambini morti

I bambini uccisi in Siria dall'inizio degli scontri (marzo 2011) ad oggi, da quando è iniziata la rivolta contro Assad, sarebbero almeno 400. Lo ha detto la portavoce dell’Unicef, Marixie Mercado, nel corso di una conferenza stampa. "Alla fine di gennaio, sono 400 i bambini morti e oltre 400 sono stati arrestati". Alcuni giorni fa il vice direttore esecutivo dell’Unicef, Rima Salah, aveva espresso preoccupazione a nome dell’organismo Onu sulla situazione in Siria, rimarcando l’oblligo di proteggere i bambini e salvaguardare i loro diritti.

Erdogan lancia un'iniziativa

Intanto, dopo il "fiasco" del Consiglio di sicurezza, con il piano della Lega araba bocciato per il veto di Russia e Cina, la comunità internazionale si interroga su come fare per tentare di fermare le violenze. Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato che darà vita ad "una nuova iniziativa con i Paesi che sono dalla parte del popolo siriano e non del regime". Il premier ha dato l’annuncio durante un incontro ad Ankara con gli esponenti del suo partito, l’Akp.

Francia e Italia richiamano gli ambasciatori

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha richiamato a Roma per consultazioni l’ambasciatore italiano a Damasco Achille Amerio.

  Ieri il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo aveva espresso all’ambasciatore siriano a Roma Khaddour Hasan la più ferma condanna e lo sdegno del governo italiano per le inaccettabili violenze perpetrate dal regime di Damasco nei confronti della popolazione civile. La nostra sede diplomatica - fa sapere la Farnesina - resta comunque aperta e operativa. Anche la Francia ha deciso il richiamo del suo ambasciatore a Damasco. 

L'Ue non lascerà la Siria

L’Unione europea non ritirerà le proprie delegazioni diplomatiche dalla Siria. Lo ha riferito un portavoce dell’alto rappresentante Ue Catherine Ashton. "È importante avere persone sul terreno, considerando che in Siria non possiamo contare su libertà di stampa".
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