Un sopravvissuto: "Qui è tutto distrutto, funziona solo Skype"

La testimonianza di un giornalista di Haiti: "Ma le strade sono distrutte, non ci sono soccorsi e non si riesce a contattare le autorità". Appelli e messaggi su Twitter e Facebook

Un sopravvissuto:  
"Qui è tutto distrutto,  
funziona solo Skype"

Roma - "Ero in strada in macchina, stavo guidando e ho sentito la prima scossa, ho cercato di raggiungere la radio dove lavoro. Poi sono tornato in strada e, a piedi, ho cercato di trovare mia figlia. In strada ho visto molte persone scappare, molti edifici crollare e travolgere le persone. C'é tanta gente sotto le macerie. Ora è tutto distrutto, le linee telefoniche sono interrotte. Tutto, tranne skype, è interrotto". E' la testimonianza di un giornalista di Haiti, raccolta da Sky TG 24, che racconta cosa sta accadendo sull'isola colpita dal terremoto. "Ora la gente cerca di aiutarsi, sono tutti in strada. Ci sono tanti feriti, bambini che piangono e cercano i loro genitori, adulti che cercano aiuto. Ma le strade sono distrutte, non ci sono soccorsi e non si riesce a contattare le autorità, la viabilità è impossibile e non c'é modo di far arrivare gli aiuti. Ho sentito che un ospedale qui è crollato, è molto difficile che le persone ferite possano essere raggiunte dai medici", prosegue la testimonianza del giornalista di Haiti. "Ecco, ecco, ora ce ne è un'altra. Un'altra scossa, mentre parlo con te". Il tono della voce si incrina: "posso dirti che ho molta paura perché sono dentro un fabbricato che potrebbe crollare da un momento all'altro. Non so dove andare a dormire stanotte, non c'é elettricità in città, le comunicazioni sono interrotte. Non si possono chiedere soccorsi".

Appelli e messaggi su Twitter e Facebook Si moltiplicano sui social network gli appelli a portare immediati soccorsi alla popolazione di Haiti, con Twitter spesso offline per eccesso di collegamenti. Sulla bacheca del gruppo Facebook "Haiti ha bisogno di noi, e noi di Haiti", oltre 2.200 le persone iscritte in poche ore, si susseguono le iniziative di solidarietà individuali e di gruppo per la raccolta di generi di prima necessità da inviare sull'isola. E non mancano gli appelli di persone che a Haiti hanno perso contatto con i propri cari: "Qualcuno ha notizie di danni nella zona di Belleville?", chiede un belga, così come altri europei, francesi e tedeschi in testa, ed americani. Anche Twitter è letteralmente sommerso dagli appelli e dai messaggi, tanto che il network è oberato dai contatti e spesso non risulta raggiungibile. Centinaia i messaggi ogni minuto, anche in questo caso perlopiù di stranieri. "Ho appena sentito mio fratello, sta bene. Le mie preghiere per Haiti", scrive BlackiceStudios.

Molti segnalano il funzionamento di questa o quella linea telefonica, di questo o quel collegamento internet: "Chiamate ora i vostri cari - avvertono i messaggi - tra poco le linee potrebbero cadere di nuovo". Diversi utenti di Twitter hanno apposto sul proprio avatar la bandiera di Haiti in segno di solidarietà, un gesto già utilizzato in altre occasioni per manifestare il proprio sostegno ad una causa

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