Sorrentino, Infascelli, Costanzo in semifinale contro Maradona

Roberta Pasero

da Pesaro

Sarà semifinale tra Italia e Argentina? Al cinema sicuramente sì, almeno alla Mostra internazionale del Nuovo cinema di Pesaro, che sta veleggiando con successo verso il gran finale di domenica, dove la sfida è tutta, però, a base di film. Con un protagonista d'eccezione, Diego Armando Maradona, al centro di una goleada di fotogrammi nelle due pellicole dedicate al pibe de oro che la rassegna, ancora una volta con la direzione artistica di Giovanni Spagnoletti, ha proposto nell'ambito della retrospettiva argentina. Da una parte del «campo» le seduzioni della cinematografia sudamericana vecchia e nuova, di là, nell'altra metà dello schermo, a Pesaro sta giocando, invece, la meglio gioventù italiana, ovvero i protagonisti esordienti del cinema del terzo millennio, da Paolo Sorrentino a Saverio Costanzo e Alex Infascelli.
Finirà ai calci di rigore? Chissà. Intanto la sfida cinematografica Italia-Argentina non è l'unica curiosità di questo festival arrivato alla quarantaduesima edizione che come sempre fa il punto sul cinema meno convenzionale e su quello nuovo tutto da scoprire, con uno spirito che quest'anno gli organizzatori hanno definito Cinema Pride, orgoglio cinefilo, quello che spinge a ricercare nei film un rito collettivo da godere e trasmettere come occasione di festa o di commemorazione. Provando, anche, a respingere con forza le avances dei piccoli e grandi corruttori, perché il cinema è proprio come il calcio. «Il metodo Moggi è presente anche nel campo cinematografico», ha tuonato il regista Vito Zagarrio in un incontro dedicato proprio alla new generation del cinema italiano, «apatia, oligarchia economica e gerarchie del potere dominano ormai un settore che sembra non esistere più, sostituito dalla logica imprenditoriale della televisione che soffoca gli intenti e le aspirazioni artistiche dei cineasti».
Tanti, come sempre, i modi per parlare di tutto quanto fa cinema nella rassegna realizzata con il generoso contributo di 500mila euro della Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del comune di Pesaro, della provincia di Pesaro e Urbino, della regione Marche e del Programma media della Commissione Europea, compreso l'omaggio al presidente dell'Eni Enrico Mattei che commissionò alcuni film, uno L'Italia non è un paese povero diretto da Joris Ivens, con Tinto Brass e i fratelli Taviani tra gli sceneggiatori, l'altro, Le vie del petrolio, con la regia di Bernardo Bertolucci. C'è, come in ogni festival, anche il classico concorso e chi tra gli otto registi vincerà, si aggiudicherà il premio intitolato alla memoria di uno dei fondatori della prestigiosa rassegna, Lino Miccichè, e la colonna sonora firmata dai compositori Stefano Cretarola e Marco Fedele per il suo prossimo film.

E non manca anche in questa edizione il rito hollywoodiano cominciato lo scorso anno della Walk of fame pesarese, con le impronte delle mani degli ospiti: il cantautore Franco Battiato, che ha portato in piazza il suo esordio nella regia Perduto amor ha scelto il pugno.

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