La sospetta «fuitina» del sindaco di Mosca, inseguito dai cannoni del Cremlino

Giorni terribili per Iuri Luzhkov, da 18 anni primo cittadino della capitale, entrato in rotta di collisione con il presidente Medvedev. I mass media svelano i maneggi che hanno consentito alla moglie di costruire un impero immobiliare diventando la terza donna più ricca del mondo

Il Sunday Times ha scritto di lei che è la padrona della seconda residenza più grande nella capitale britannica dopo Buckingham Palace:Witanhurst, una reggia stimata circa cento milioni di sterline, al di sotto della quale avrebbe cominciato a costruirci anche labirinti e passaggi segreti.
Lei, Ielena Baturina, moglie del sindaco di Mosca, ha smentito. Ma ormai sono in molti a pensare che proprio quella residenza di Londra diventerà il buen retiro della coppia più chiacchierata di Russia e, ormai, anche d'Europa. Contro i coniugi Luzhkov si è scatenato in patria l'interesse dei mass media, dopo che il celebre, inamovibile sindaco di Mosca (riconfermato da 18 anni) è entrato in rotta di collisione con il Cremlino. L'emittente Ntv, controllata da Gazprom, ha mandato in onda sabato sera la seconda parte di un reportage sulle malefatte della moglie del primo cittadino: regina del mattone, la Baturina durante i quattro mandati del marito è infatti diventata la donna più ricca di Russia e, secondo la classifica di Forbes, la terza più facoltosa del mondo.
Il programma , intitolato «Cara (nel doppio senso della parola, ndr) Ielena Nikolaievna», ricostruisce la sua irresistibile ascesa: da operaia in fabbrica al presunto primo amore Andrei Petrov - oggi alcolista - dalla conoscenza di Luzhkov, dirigente del Soviet moscovita dove era segretaria, all'inizio dell'attività imprenditoriale nel settore del materiale plastico. Poi si passa dal primo affare - 700 mila dollari a metà anni Novanta per la fornitura di sedili in plastica allo stadio Luzhniki diretto da un amico del sindaco - al tentacolare impero edile-immobiliare Inteko di oggi. Non a caso, in questi anni, il mercato immobiliare di Mosca è diventato uno strano fenomeno, dove non è chiaro se la speculazione sia superiore alla corruzione o viceversa. E tutti, piccoli e grandi proprietari, fruiscono di prezzi assurdi e gonfiati.
Il reportage non ha mancato di ricordare la vita gaudente e facoltosa della coppia, tra rally di auto storiche in Italia e proprietà immobiliari a Cipro, in Austria, Germania e Inghilterra. E ha sottolineato il look maschile della Baturina, il suo carattere di ferro, suggerendo che nella coppia è lei a comandare, pur beneficiando della posizione del marito.
Anche suo fratello Viktor ha fatto capire che la Baturina, dal cui impero è stato estromesso, ha fatto metà della sua fortuna grazie a Luzhkov. L'oligarca Aleksandr Lebedev (editore insieme a Mikhail Gorbaciov del giornale di Anna Politkovskaja) ha denunciato apertamente l'uso di risorse amministrative per favorire l'imprenditrice.
Nel programma c'è stata, inoltre, un'altra polpettina avvelenata per il sindaco che usa la coppola, quando si evoca l'ombra della mafia ricordando che a fine anni Novanta Luzhkov era chiamato «don Giorgio» da un anchorman del primo canale. E, ancora, si allude a migliaia di documenti amministrativi coperti dal riserbo. Secondo l'emittente indipendente Radio Eco di Mosca, non si è trattato di un affondo vero e proprio perché la trasmissione era priva di accuse concrete: insomma, solo una sorta di avvertimento nella pausa di riflessione che il Cremlino ha dato a Luzhkov, volato in Austria per festeggiare il suo 74.mo compleanno il 21 settembre. Un viaggio che il leader ultranazionalista Vladimir Zhirinovski ha definito oggi «una forma di fuga». «Negli ultimi anni festeggia il suo compleanno con la famiglia fuori Mosca», aveva invece precisato il suo portavoce per allontanare le voci di fuga all'estero.
Però gli attacchi televisivi confermano che ormai Luzhkov non è più un intoccabile e che la sua stella sta tramontando, nel silenzio del premier Vladimir Putin, che finora lo aveva sempre sostenuto. Luzhkov, dal canto suo, ha ribadito di volersi tutelare nelle sedi legali contro «una campagna di stampa calunniosa che sfortunatamente è orchestrata dai miei superiori» e che lo dipinge come un sindaco corrotto, nepotista, al servizio degli interessi della consorte, indifferente ai veri problemi della città e alla tutela del suo patrimonio artistico. «Questa è una diffamazione, che è stata avviata in base ad un ordine dall'alto», ha dichiarato alla stampa. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se pensa di chiedere formalmente al presidente se ha fiducia in lui, stando al sito «Gazeta.ru», Luzhkov ha replicato: «Che fiducia? Fiducia in chi?»
Secondo fonti del Cremlino, il primo cittadino di Mosca potrebbe essere licenziato nel giro di due-tre settimane dopo il suo compleanno (il 21 settembre). Una fonte della presidenza ha precisato che il Cremlino ha concesso al primo cittadino del tempo per pensare all'attuale situazione. «Il sindaco di Mosca ha bisogno di un po' di tempo per pensare», ha riferito un alto funzionario del Cremlino, citato dall'agenzia Interfax. La stessa fonte ha confermato che Luzhkov ha chiesto al Cremlino di poter fare una breve vacanza e che il consenso è stato dato.
La lotta tra il potere centrale e il sindaco (un tempo amatissimo) della capitano ha suscitato molto interesse e commenti anche all'estero, specie in Gran Bretagna. È «una lotta spettacolare» ha scritto l'Economist, mentre il Financial Times è certo che Luzhkov riparerà «prima o poi a Londra». Il presidente Dmitri Medvedev non sembra affatto avere voglia di rinnovare il terzo mandato da sindaco di Mosca.
La guerra è partita prima con gli attacchi dal canale «Ntv», controllato da Gazprom e da sempre vicino a Medvedev. Poi direttamente il Cremlino a chiarire che a decidere sul mandato del sindaco non è il sindaco ma Medvedev. E ancora il direttore generale di Ntv, Vladimir Kulistikov, pronto a dimostrare la veridicità dei fatti, ossia le accuse a Luzhkov di aver curato gli interessi non dei propri concittadini, ma della moglie Elena Baturina.
Parlare di uscita di scena per Luzhkov è un po' come la storia del pastorello che gridava «Al lupo! Al lupo!». Allarme lanciato tante volte, ma mai realizzato. Però questa volta le circostanze sono molto particolare e offrono una chiave di lettura per lo scontro molto interessante.

Vladimir Putin, primo ministro e uomo forte, non prende posizione nella guerra sferrata dal Cremlino. Un successo, quindi, sarà una conferma per il potere raggiunto da Medvedev. Un errore lo trasformerebbe invece in un'anatra zoppa, in vista delle elezioni presidenziali nel 2012.

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