Nel nome di Balotelli, Mourinho potrebbe perdere la panchina dellInter e Lippi sprecare un mondiale. Ieri il ct lha detta giusta: «Non parlo della sua maturità. Ma quando entra in campo, Balotelli fa cose importanti». Bene, lha capito perfino lui. E allora perché non provarlo? Ovvia la risposta: serve alla under 21. Altrettanto banale la replica: non si è mai visto che un giocatore da nazionale sia stato sacrificato alla under, se non per motivi di forza maggiore.
Insomma, sarebbe bene non prendersi in giro. Lippi non ama i tipi alla Cassano e alla Balotelli. Ma, guarda caso, questi sono i giocatori che possono fare la differenza per una squadra monocorde nel gioco e quindi nelle divagazioni dautore. Mourinho, perlomeno, riesce ad essere coerente nella crociata contro SuperMario e Santon. E quando Moratti gli molla qualche sberletta («Usa Mario come salvataggio») se la prende, ma non te la conta diversa.
Lippi è drasticamente più furbo e te la racconta a modo suo: un elogio ai bamboccioni (condivisibile), ma poi tutti a casa quando ci sono le partite che contano. Ha sprecato il torneo in Sud Africa, cavandone la peggior figura possibile, e oggi si aggrappa a Bearzot («Sostiene cose in sintonia con il mio modo di pensare»), dimenticando che il vecio è stato ct di un calcio di quasi trentanni fa e, quando andò a difendere il titolo mondiale in Messico, fallì per troppo attaccamento alla vecchia guardia e poca fiducia nella gioventù. Sarebbe bello e intrigante che lodierno ct fosse consequenziale nel parlare, ma spesso gli è riuscito difficile. È più forte di lui. Considerato che dopo il mondiale lascerà la nazionale e smetterà di allenare, resta poco tempo per vedere e per credere: ovvero credere nella sua fiducia verso i giovani, credere che Balotelli sia nei suoi pensieri di tecnico più che di suiveurs calcistico. Probabilmente lo convocherebbe, ma solo per una squadra virtuale.
Ieri il nostro uomo ha fatto sapere che i giochi sono quasi fatti e che sta tirando le somme del gruppo da portare in Sud Africa: alcune esclusioni sono definitive (Cassano), altre quasi (Quagliarella?), i bamboccioni saranno pochi e, comunque, dovranno giocare nelle rispettive squadre (Santon può solo chiedere di cambiare società). Spiega, allargando i confini del discorso, che se i giovani non sono pronti, va addossata colpa a chi non li ha voluti, nel calcio come nella vita. Nel calcio è lulteriore bacchettata al Mourinho-pensiero, ma anche a se stesso. Inutile propinare numeri e nomi: lItalia torna al mondiale con la difesa di quattro anni fa. E Chiellini, al posto di Nesta, non è garanzia assoluta. Il centrocampo molto simile, lattacco quasi. I giovani saranno pochi e con predisposizione alla panca.
Se Lippi non racconta storie, convochi Balotelli e lo faccia giocare o se lo tenga per momenti importanti. In Italia il talento che fa la differenza lo possiedono in pochi. Tutti conoscono nomi e qualità. Se poi il ct vuol raccontare la favola di Calimero e i sette nani, faccia pure. Ma non prenda in giro i giovani.
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