
Ha cavalcato l'onda. O almeno ci ha provato, anche se in maniera irruenta, maldestra, ma soprattutto chiaramente menzognera. E una decina di giorni fa, in merito alle polemiche sorte dopo la morte di Ramy Elgaml - il 19enne egiziano che la notte del 24 novembre scorso ha perso la vita in un incidente stradale a Milano al termine di un inseguimento con i carabinieri - ha millantato in diretta tivù, alla trasmissione di Rete 4 «Dritto e rovescio», di essere stato vittima dell'Arma. Ieri, a neanche due settimane da quelle dichiarazioni, è venuto fuori che questo ragazzo - Mahmoud Farid Fard, 20 anni - figura tra i quattro egiziani, tra i 19 e i 35 anni, arrestati dalla squadra investigativa del commissariato di polizia di Sesto San Giovanni e portato in carcere su richiesta della Procura di Monza. Tra le accuse a carico suo e dei suoi complici, oltre a quelle connesse a episodi di spaccio e rapine, anche una aggressione particolarmente violenta avvenuta a dicembre proprio in un bar di Sesto, in cui la vittima era rimasta sfregiata al volto, riportando un taglio di 10 centimetri che andava dal labbro all'orecchio sinistro.
Secondo gli investigatori della polizia, aiutati dalla Locale di Sesto San Giovanni, il gruppo di egiziani puntava a ottenere il controllo della piazza di spaccio del posto attraverso l'uso indiscriminato del coltelle e azioni violente. Nel gennaio di quest'anno, l'ultimo assalto ai «rivali»: i «maranza» avevano quindi aggredito un connazionale che, cercando di scappare, si era rifugiato in un locale. A quel punto la banda era entrata all'interno e, dopo avere minacciato il gestore affinché si facesse da parte senza intervenire a difesa del ragazzo, si erano scagliati su di lui, prendendolo a calci e pugni e accoltellandolo alla testa, alle gambe e alle braccia. È stata proprio la gravità dei fatti e la pericolosità sociale dei ragazzi coinvolti, che secondo la procura brianzola avrebbero potuto reiterare reati tanto cruenti, a determinare l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere. La polizia, nell'esecuzione dell'ordinanza, ha anche trovato nell'appartamento del maggiore della banda, il 35enne, due panetti di hashish per circa 200 grammi e circa 3mila 800 euro in contanti suddivisi in banconote del tutto compatibili con l'attività di spaccio.
Eppure quella sera in tivù il giovane Farid si era atteggiato a vero paladino della giustizia e difensore integerrimo dei diritti degli immigrati. «I carabinieri ce l'hanno sempre con noi» aveva esordito, raccontando quindi di due militari dell'Arma che a suo dire lo avevano buttato a terra e «picchiato perché loro volevano i 300 euro che avevo nel portafoglio. Volevano rubare i miei soldi». Va detto che il conduttore Paolo Del Debbio si era dissociato immediatamente dalle dichiarazioni dell'egiziano 20enne che insisteva, infervorato, a raccontare che quei due sottufficiali dell'Arma lo avevano controllato perché «non avevo i documenti».
I 300 euro aveva spiegato ancora in trasmissione «ce li avevo in contanti perché sto lavorando in nero dato che non ho le carte per mettermi in regola. Ma i carabinieri volevano quei soldi».In realtà, solo una valanga di menzogne ingiustamente infamanti nei confronti dell'Arma dei carabinieri.
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