Diciassette carabinieri, comandante compreso, trasferiti dallalto. Le indagini dellArma e quelle della Procura procedono di pari passo per scoprire che cosa sia accaduto nella caserma della stazione di Cinecittà, dove lo scorso weekend è sparito un «discreto» quantitativo di hashish, circa 10 kg, che faceva parte di una partita sequestrata durante unoperazione.
La droga è stata rubata, è sparita, è stata sottratta? Chissà, si vedrà con il passare dei giorni e con il procedere degli accertamenti. Intanto cè solo una parola dordine su questo caso: «Mai più altre vicende come quella della compagnia Trionfale», che vede ben sei militari coinvolti a vario titolo nell«affaire Marrazzo» e nellinchiesta trans. Per evitare che la ferita non ancora rimarginata procuri nuovo dolore, questa volta lArma ha deciso di andare fino in fondo. Certamente è una misura drastica quella di trasferire 17 persone, cioè tutti i componenti della stazione, ma necessaria per dare il segno che ogni anomalia, ogni illegalità, verrà affrontato con il rigore più evidente e più radicale.
«Per questo motivo sono state avviate tempestive indagini per accertare eventuali responsabilità, provvedendo al contestuale avvicendamento dei componenti del reparto stesso», fanno sapere i portavoce dellistituzione, tra le più amate dalla gente. In sostanza, anche se qui non è stato ancora accertato quali siano le reali responsabilità dei militari di Cinecittà, «bisogna allontanare le mele marce», come disse nei momenti più caldi dellaffaire Marrazzo il comandante provinciale dei Carabinieri, Vittorio Tomasone. A ottobre, infatti, quattro militari di Trionfale vennero arrestati perché accusati di aver ordito un ricatto, con tanto di filmino hard, nei confronti di Piero Marrazzo. E quando lindagine sembrava ormai nella fase finale la Procura di Roma, proprio i primi di aprile, ha inscritto nel registro degli indagati con laccusa di favoreggiamento e falsa testimonianza altri due militari responsabili, secondo i pm, di non aver detto tutto quello che sapevano in merito alle azioni illegali dei quattro colleghi arrestati.
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