Serge Gainsbourg e Jane Birkin, per tutti, ovunque, sono la coppia della canzone Je t'aime, moi non plus, un singolo-scandalo da milioni di copie. In realtà Serge l'aveva scritto per celebrare il suo rapporto con la Bardot, ma l'attrice, dopo aver ascoltato l'incisione, la ritenne troppo ardita. Erano in effetti due minuti e mezzo culminanti in un suo orgasmo registrato (quasi) in presa diretta. Per salvare il suo matrimonio col playboy Gunter Sachs, la Bardot chiese e ottenne che il brano non uscisse. Gainsbourg però incontrerà di lì a poco la sua nuova musa, l'inglese Jane Birkin, sul set di Slogan, un b-movie francese. Inizi difficili, poi grande amore, durato undici anni. Serge decide di reinterpretare con lei Je t'aime, moi non plus, che diventa una hit mondiale. In Italia, la ricezione di questa bomba erotica a 45 giri fu a dir poco complessa. Il distributore fu arrestato. Il capo della casa discografica fu scomunicato. Il disco venne bandito, ma fu re-introdotto sul mercato con un trucco: il cliente chiedeva al negoziante (complice) l'ultimo della Callas, e infilato dentro trovava il vinile di Gainsbourg-Birkin.
Ora Jane Birkin pubblica Mes Images Privées De Serge. Un doppio cd ove si trovano molti brani scritti da Serge per lei o interpretati con lei. L'antologia è preziosa. Jane infatti racconta la genesi di molte canzoni. Ma, in generale, la raccolta mostra come la collaborazione tra i due sia andata ben oltre la fine (devastante per Serge) del rapporto amoroso. Infatti Gainsbourg, dopo la separazione, scriverà per Jane interi album. Anzi. Con più precisione: Gainsbourg, sempre più allo sbando a causa dell'alcolismo, donerà a Jane tutti i brani migliori usciti dalla sua penna nell'ultimo decennio della sua vita. Ne esce un capolavoro assoluto della musica degli anni Ottanta, come Baby Alone in Babylone (1983). Album, quest'ultimo, a tutti gli effetti di Jane, ma scritto per intero (musica e testi) da Serge. Fosse stato pubblicato in Gran Bretagna o negli Stati Uniti, oggi la provincialissima critica filo-anglosassone lo collocherebbe al posto che gli spetta: nel gotha. Invece molti «esperti» neppure ne conoscono l'esistenza.
L'antologia riserva un'altra perla, un documentario realizzato con le immagini casalinghe girate da Jane nel corso degli anni. Sono scene famigliari. Serge, Jane e figli. Cioè Kate, avuta dalla Birkin col suo primo marito, il compositore John Barry, e Charlotte, avuta con Gainsbourg. Kate, famosa fotografa, si è suicidata pochi giorni fa. Charlotte, attrice e cantante, è in questo periodo su tutti i giornali perché star dell'atteso film hard di Lars Von Trier, Nymphomaniac. Il documentario, si diceva. Niente di più lontano dalla solita immagine di maledetto di Serge. Qui si vede un padre felice, che si diverte a fare il clown per le sue donne, grandi e piccine. E si vede un uomo innamorato nei vicoli di Venezia o sulle spiagge della Costa Azzura o nella campagna inglese.
Serge e Jane sono una delle coppie per eccellenza del rock, e non a caso ora troneggiano sulla copertina di Rolling Stone (edizione francese) di dicembre. Lui: geniale, malinconico e davvero controcorrente. Lei: splendida in tutti i sensi, come artista e come donna. Da questo connubio, nasce anche il disco migliore di Gainsbourg, l'Histoire de Melody Nelson (1971). Siamo poco dopo il successo mondiale di Je t'aime, moi non plus (1969). Serge non vuole essere riconosciuto solo come autore pop. Decide quindi di fare un disco senza compromessi. Da qualche tempo ha in mente di mettere in musica la sua storia con la Birkin. Lo spunto narrativo, pensa, potrebbe venire dal romanzo Lolita. In passato Gainsbourg aveva cercato Nabokov e gli aveva chiesto i diritti dell'opera. Lo scrittore aveva risposto di averli ceduti da poco a Stanley Kubrick. Per l'Histoire, Serge ci mette del suo, e inventa una storia di amori proibiti e morte. Tuttavia, influenzato da Nabokov, ringiovanisce il personaggio di Melody (cioè Jane) fino a farla diventare una «ninfetta» dal tragico destino. Il disco è inciso con Jane, session men inglesi, orchestra e un maestoso coro. Decisivo l'apporto del grande arrangiatore, compositore e direttore Jean-Claude Vannier. L'Histoire è un glorioso suicidio commerciale. Serge passa da 6 milioni a 15mila copie vendute. Però il disco è un trionfo artistico, diventa un long seller, e oggi viene citato o campionato da tutti (Air, Cave, Beck, Portishead, Massive Attack, Placebo e decine di altri). È anche oggetto di seri saggi, come l'ottimo Histoire de Melody Nelson (Bloomsbury) di Darran Anderson, appena uscito. In questo libro, si racconta la genesi dell'Histoire. Gainsbourg, ex pittore, lettore vorace, rivela oggi di essere destinato all'immortalità perché «inattuale» rispetto ai propri tempi.
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