All'ironia intelligente e garbata di "Forrest" si perdona tutto

Insomma c'è un programma che ogni mattina durante la settimana regala benessere all'umore

All'ironia intelligente e garbata di "Forrest" si perdona tutto

Insomma c'è un programma che ogni mattina durante la settimana regala benessere all'umore. È Forrest con Marianna Aprile e Luca Bottura (Radio1 dal lunedì al venerdì alle 9,30), un'oretta di attualità trattata con garbo e leggerezza come fossimo in un altro tempo e non in questo qui tappezzato da frontalità rancorosa e disinformazione disinformata. Di Luca Bottura già si sa, è brillante e apertamente fazioso, cosa che oggi equivale a una sana e affidabile obiettività. È così chiaramente «schierato a sinistra» che probabilmente non brinderà leggendo un elogio al suo programma proprio su questo Giornale che, tra il molto serio e il poco faceto, ha sempre incasellato tra gli illeggibili. Però Bottura è bravo e in questa edizione si muove agile e spigliato forse ancor più che nella precedente con LaLaura. Il merito è anche di Marianna Aprile che con la sua inconfondibile erre gli garantisce una sintonia ideale, forse ideologica ma sicuramente idealizzata da chiunque si immagini un programma radiofonico a due. Aprile e Bottura si completano a vicenda, almeno al microfono di Radio1, e sono la perfetta quadratura del cerchio perché talvolta danno addirittura l'impressione di improvvisare battute o ricamare considerazioni a braccio. Oltretutto è un programma ben scritto, punteggiato da rubriche divertenti o quantomeno spiazzanti, e gode dell'apporto dell'«inviato ideale» Paolo Maggioni, che ha il passo giusto per la radio. Certo, talvolta gli argomenti in scaletta sono fin troppo ai confini del politicamente corretto e, manco a dirlo, l'arco costituzionale degli ospiti parte a sinistra e si ferma subito. Ma ci sta.

Forrest gioca a carte scoperte, senza nascondersi. E si conferma una zona franca del mattino di Radio1 nel quale vincono l'ironia, il guizzo, la padronanza del linguaggio e la voglia di distinguersi pur parlando a un ascoltatore popolare. Ce ne fossero.

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