Roman Polanski ha vinto il premio César in Francia come miglior regista per il film “J'accuse” ma durante la premiazione molte delle donne presenti, in segno di disapprovazione per le accuse di stupro del regista, hanno lasciato la cerimonia. Questa si è svolta a Parigi venerdì tra le violente proteste degli attivisti per i diritti delle donne, per questo premio considerato inadeguato. Polanski nonostante il film fosse candidato a 12 nomination ha deciso di non presentarsi proprio per evitare altri problemi.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso scatenando violenti scontri tra gli attivisti, è stata l’ennesima denuncia per stupro, questa volta da parte di una una donna francese. All’annuncio della vittoria come miglior regista, dal pubblico presente si sono uditi molti fischi, non soltanto dalle donne presenti ma anche da colleghi attori e registi.
L’attrice Adele Haenel, che recentemente ha denunciato una presunta violenza da parte di un altro regista francese avvenuto all’inizio del 2000 quando aveva appena 15 anni, si è alzata e ha lasciato la cerimonia seguita da altre donne. “Premiare Polanski significa colpire tutte le sue vittime e vuol dire che stuprare le donne non è una cosa possibile”, ha dichiarato Adele al New York Times.
Anche il team di produzione e cast del film, compreso il candidato come miglior attore Jean Dujardin, non ha partecipato alla cerimonia. Dujardin ha poi pubblicato un messaggio su Instagram dove diceva: “Facendo questo film, ho creduto e credo ancora di aver fatto più bene che male”. Il film di Polanski ha vinto altri due premi per il miglior costume e il miglior adattamento, ma nessuno però è salito sul palco per ritirarli. Perfino la conduttrice dello show Florence Foresti, non ha nominato il film di Polanski tra i vincitori.
Fuori dal teatro centinaia di manifestanti hanno brandito cartelli con frasi contro il regista appellandosi ad una condanna. Il portavoce del gruppo degli attivisti Celine Piques ha pronunciato parole molto dure: “Supportando gli aggressori, celebrando gli aggressori non si consente alle vittime di parlare, la loro parola è negata.
Polanski, ha però rilasciato una dichiarazione dicendo che la cerimonia si stava trasformando in un linciaggio mediatico e che la sua decisione di non partecipare era dettata dalla necessità di proteggere i suoi colleghi, sua moglie e i suoi figli. Il regista è ancora ricercato negli Stati Uniti dopo essere stato accusato di aver stuprato una ragazza di 13 anni nel 1977. Si è anche dichiarato colpevole di rapporti sessuali illegali con minori ma fuggendo dal paese alla vigilia della condanna.
Lo scorso anno una donna si è fatta avanti per accusarlo di averla violentata quando aveva 18 anni nel 1975 nel suo chalet svizzero. Polanski ha negato l’accusa, ma questa ha comunque creato scalpore in Francia paese che per molti anni lo ha venerato come regista.
“E’ normale che un uomo stupri e poi 30 anni dopo diventare una star nella cultura popolare? No, non è normale e uno stupratore dovrebbe finire in prigione” ha concluso alla stampa l’attivista Fabienne El Khouri.
A l'annonce du César de la Meilleure Réalisation pour Roman Polanski ("J'accuse"), Adèle Haenel quitte la salle.
— CANAL+ (@canalplus) February 28, 2020
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