Bentornato, caro vecchio «Boulevard»

Non è ancora venuto il momento di accomiatarsi con un po' di nostalgia dal caro vecchio boulevard parigino che tra gli anni trenta e i primi anni cinquanta mieté grandi successi anche nel nostro paese. E del quale uno dei frutti più preziosi rimasti in repertorio è proprio Nina, l'incantevole capolavoro del nonsense, autore il ben noto André Roussin. Un marito geloso si precipita, per sopprimerlo, dall'amante di sua moglie ma quest'ultima li disarma entrambi col suo finto candore. Rimettendo la conclusione all'unico interlocutore possibile, ovvero il pubblico. Ma è inutile dire che questo scherzo con moto riserva una stupefacente sorpresa: la distruzione del luogo comune. Esemplata nel ritorno a un pacifico rapporto a tre destinato continuamente a sdoppiarsi se non a triplicarsi in una perfetta macchina combinatoria. Che si compie sotto i nostri occhi nell'elegante spettacolo firmato da Patrick Rossi Gastaldi e da Pino Strabioli che valorizza in pieno il talento degli interpreti. Ossia il terzetto formato dal don Giovanni parigino di Riccardo Polizzy Carbonelli e dall'irresistibile duetto dei coniugi Vanessa Gravina e Edoardo Siravo.

Lui tutto candore provinciale, suddito inquieto di una donna vampiro truccata da moglie integerrima, una midinette parigina votata all'eccentricità della posa. Che in una cascata di battute esemplari per leggerezza, ironia e spirito da comici di razza si dividono fraternamente il palcoscenico nel più esilarante dei duetti. Successo meritato.

NINA - Milano, Teatro San Babila.

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