Un Botticelli da 80 milioni di dollari, anzi da 92,2 milioni di dollari, se includiamo le commissioni d'asta. Ieri, durante la Master Week battuta da Sotheby's a New York, il Rinascimento italiano ha, ancora una volta, sbaragliato ogni concorrenza. Vendita record per Giovane che tiene in mano un tondello, un dipinto di medie dimensioni realizzato intorno al 1480 dal celebre pittore fiorentino: solo il controverso Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci e battuto da Christie's nel 2017 per la cifra monstre di 450 milioni di dollari ha fatto di meglio. Del Salvator Mundi da tempo non sappiamo più nulla e c'è da augurarsi che la tempera su tavolo di pioppo di Sandro Botticelli sia finita in mani migliori: l'opera, uno dei rarissimi ritratti del maestro ancora sul mercato, apparteneva alla collezione del magnate statunitense Sheldon Solow, recentemente scomparso, ed è stata spesso prestata ai musei.
Nulla si sa del suo nuovo proprietario, ma è certo che prima di questa importante battuta d'asta il dipinto ha fatto un tour mondiale nelle gallerie di Sotheby's con punte di trecento persone al giorno ad ammiralo a Dubai e lunghe code a Londra, davanti alla vetrina di New Bond Street. Un altro gioiello finito nel Golfo? O è rimasto in America, nel caveau di qualche miliardario? Impensabile che un museo nazionale possa sborsare una cifra del genere ed è ovvio che Eike Schimdt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, che custodiscono una ventina di opere autografe del Botticelli (tra cui la Primavera e la Nascita di Venere) oggi gongoli: «Questo risultato testimonia lo straordinario valore, anche economico, che in tutto il mondo oggi viene riconosciuto al pittore fiorentino», ha detto.
A prima vista questo Botticelli dei record sembra diverso dalle sue opere più note, eppure è stato realizzato negli stessi anni. Secondo gli studiosi potrebbe essere un ritratto su commissione di Pierfrancesco de' Medici, fratello di Lorenzo. Botticelli aveva da tempo interrotto la tradizione dei ritratti di profilo: sapeva che servivano volti frontali per simboleggiare al meglio la centralità dell'individuo nell'umanesimo che si stava affermando a Firenze. Quello qui ritratto non è quindi un singolo giovane, ma l'essenza della giovinezza e bellezza, quasi il corrispettivo al maschile della bionda Simonetta Vespucci, musa botticelliana per antonomasia. Il ragazzo nel ritratto mostra con orgoglio un piccolo tondo che raffigura un'opera del Trecento attribuita al senese Bartolomeo Bulgarini. Perché? «Un inserimento - commenta Vittorio Sgarbi - difficile da capire in un momento di Rinascimento pieno in cui l'attenzione per le opere lontane nel tempo era modesta. Il tondo fa riferimento al culto di un santo e forse è collegato all'identità del personaggio, che potrebbe avere lo stesso nome.
Di sicuro è un'opera quasi concettuale». Lo confermano anche le analisi a raggi X, che hanno rivelato i forsennati processi di revisione: Botticelli non cercava un ritratto realistico, ambiva a fissare su tela un suo ideale.
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