Brad Pitt sbarca a Cannes e arriva anche Hollande

Brad Pitt sbarca a Cannes e arriva anche Hollande

Più che la storia di una crisi economica pare si tratti di un'affare di gangsters. Con il film di Andrew Dominik "Killing them softly" sbarca a Cannes Brad Pitt e Richard Jenkins, il primo nelle vesti di Jackie Cogan ("Non siamo una nazione siamo un business") e il secondo nella parte di un commercialista della mafia. Il titolo vuole significare uan sorta di slogan "Eliminazione con dolcezza", ed è quello che fanno i business-mans della borsa da Wall Strett in su. Anche se a Cogan non piace ammazzare chi chi conosce, ma se proprio deve lo fa con dolcezza e da lontano. Via paura, via affetti e da vedere da lontano è tutta un'altra cosa. Ciò che viene più volte ribadito nel film è che come dicevamo gli Stati Uniti non sono una nazione, ma un affare, un grande business che sta andando in malora. Le grandi banche, le grandi industrie, la Borsa come mercato dell'immobiliare, l'economia criminale che si appoggia sul gioco d'azzardo è tutto un quiz che non da più risultati se non a pochi mascalzoni, determinando così la crisi di mezzo mondo. E la potica che fa? Sta a guardare perchè ha le mani legate. Fregarsi tra colleghi di lavoro è lo sport che più da di moda e più ci sai fare e più sei bravo e pagato bene. Ma questo capita anche nei nostri uffici italiani, in qualsiasi settore si vada a guardare: niente al merito, quello vero, niente collaborazione o lavoro di equipe, si va dritto all'obiettivo, al cuore di qualcuno che arranca. Cogan è stato chiamato per un affare relativo alla rapina ai tavoli da gioco della Mafia fatta da piccoli deliquenti che hanno deciso per conto loro di fare il passo più lungo della gamba. Non si tratta solo di uno sgarbo o di rimetterci la faccia, ma anche di perdere la fiducia e in questo caso il mercato ne risente, se si è derubati in casa da delinquenti o ladri, tanto vale non giocare a poker e starsene chiusi in casa a guardare la partita. La Cupola si serve di Jackie che dovrebbe farne fuori quattro. Questi va a sostituire un collega malato, Dillon (Sam Shepard) del quale la Mafia è solita usare e così il massacro inizia. Il primo della lista è Markie Trattman (Andy Liotta) che è il gestore della bisca rapinata; va punito intanto perchè si è fatto fregare e secondo perchè in passato fu lui a organizzare una rapina armata nel suo locale. Anni dopo rivendicò la cosa quasi allegramente ma gli affari andavano ancora benino e allora venne predonato. Oggi no, paga tutto. Gli altri tre della lista sono un carcerato, faccendiere e trafficone, Johnny Amato (Vincent Curatola) e due gran balordi, Frankie (Scott Mc Nairy), anche lui è stato in carcere e Russel (Ben Mendelsohn), un tossidipendente che ruba cani e sogna un futiro da grande spacciatore. Apparentemente si trattano di pesci piccoli, ma l'affare è urgente perchè il mercato non ne risenta è per questo che Cogan si occupa indirettamente dell'eliminazione di Trattman e lo fa attraverso un altro collega, Mikey (James Gandolfini), con il quale ha lavorato bene in passato. Ma ora Mikey è ingrassato, alcolizzato e depresso e a questo punto bisogna agire da soli e siccome gli Stati Uniti non sono una nazione ma un popolo di individualisti, si adotta il metodo del fai da te più sbrigativo. Il film che è piaciuto perchè ha un cast di grandi attori e perchè marcia molto veloce, anche se a volte un po' incomprensibile nelle logiche del mercato della finanza, è dello stesso resita che 5 anni fa venne a Cannes sempre con Brad Pitt (nelle vesti di Robert Ford) dal titolo "L'assassino di Jesse James", un western un po' decadente. Codardo Pitt lo è anche quest'anno e ci mette più tempo a sparare bussolotti, un gioco economico che spiazza tutto e tutti, ma lascia poco in bocca. Il protagonista della pellicola è Jackie Cogan che nasce dalla figura letteraria di un romanzo di George V. Higgins, dal titolo "L'arte e il modo". Higgins, procuratore per venti anni a Boston nei suoi libri racconta i più svariati tipi di malavitosi che ha incontrato nella sua professione. Era abile a prenderne il linguaggio,il modo di fare, i gesti e la spicologia. Il regista di questo nuovo film racconta: " Gente che corre dietro a un dollaro, che non ha alcuna idea della propria condizione , che si inebetisce di droga e di alcol, che è la vittima dei suoi stessi mandatari. Ho pensato che ne venisse fuori una storia di commedia in nero". C'è da dire che il regista è neozelandese, cresciuto con una certa mentalità nei confronti degli Stati Uniti ed è convinto che l'unico modo per potere descrivere questa gente sia quello gangsteristico perchè pensa che il denaro per questi americani è l'unico motore dell'azione umana. Se vogliamo è un'attacco al capitalismo nella sua formula più dteriore ma anche elementare. Con la crisi economica attuale, raccontare una storia seppur di oggi ma di gangsters è un po' noioso e "più da commesso viaggiatore", dice qualcun altro anche se Pitt è un killer credibile; Gandolfini ha meno spazio di quanto si merita perchè viene preso subito e arrestato. Per il resto è un bel fumettone da far trattere il fiato.

Nel frattempo oggi è arrivato persino Holland e il nuovo ministro donna italo-francese sulla quale è già stata scritta una biografia in quanto sembra che ci si aspetti molto da lei perchè viene da una famiglia di poveri lavoratori instancabili. Un riconoscimento anche a Moretti, il secondo da parte dell'Eliseo.

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