Carlo Conti difende il suo Sanremo: "Non chiamatelo Festival della restaurazione"

Dopo Tiziano Ferro e Gianna Nannini, il conduttore annuncia un nuovo ospite: Biagio Antonacci si esibirà sul palco dell'Ariston

Carlo Conti difende il suo Sanremo: "Non chiamatelo Festival della restaurazione"

Con in tasca mezzo milione di euro il Festival di Sanremo va difeso. A spada tratta. E Carlo Conti non manca di proteggere la sua creatura dalle critiche spietate dei giornali. A chi accusa la kermesse di essere poco innovativa (visto che si aprirà con Albano e Romina, in gara tra i big), il conduttore ha risposto: "Non chiamatelo il festival della "restaurazione"". E continua: "La tradizione? Ma il festival è tradizione, da 65 anni. È una gara di canzoni che riunisce le famiglie ad ascoltare e commentare. E comunque sarà un Sanremo molto moderno, in termini di linguaggio, luci, ritmo", rivendica Conti a meno di 10 giorni dal via.

E annuncia un nuovo superospite: Biagio Antonacci. Il cantautore milanese andrà ad arricchire lo schieramento degli ospiti musicali, già forte di Tiziano Ferro e Gianna Nannini sul fronte italiano e di Ed Sheeran, Imagine Dragons, Saint Motel e The Avener sul quello internazionale - è un suo amico di vecchia data: "È stato tra i miei primi ospiti quando lavoravo nelle radio fiorentine, ai tempi dell'album Adagio Biagio. Da allora è nato fra noi un forte legale professionale, le nostre carriere sono cresciute in modo parallelo. E' un onore per me oggi averlo per la prima volta da superospite all'Ariston".

Impegnato nella maratona delle prove sanremesi, Conti si dichiara "tranquillo": "In fondo non farò nulla di diverso dal mio mestiere, sono affiancato dal mio gruppo di lavoro storico, perciò vivo la vigilia con serenità. La cosa più impegnativa è stata la scelta delle canzoni. Ma ora che le riascolto, con l'orchestra, le luci, prendono corpo e mi sembrano ancora più belle. Parlano d'amore? Evidentemente riflettono l'atmosfera che c'è intorno a noi: gli italiani in questo momento vogliono tranquillità. Questo non vuol dire nascondere i problemi, solo cercare un pò di svago. Apriremo spazi sulla cronaca e momenti di riflessione, ma lo faremo con leggerezza".

Ma c'è l'austerity imposta dai tagli alla Rai a pesare sul bilancio di Sanremo, e Carlo Conti lo sa bene: "Ho preferito portare il numero di Big in gara a 20, rinunciando a una parte del budget per gli ospiti, ma l'ho fatto volentieri.

E poi ? risponde - abbiamo risparmiato sull'anteprima, mettendo i giovani in testa alla serata". La missione, ribadisce, è "fare in modo che le canzoni di Sanremo rimangano nel tempo."

Quanto ottimismo in una Rai che come missione ha solo quella di sistemare i Conti, appunto.

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