C'era una volta in America... a Cannes

Un film e un restauro del classico di Sergio Leone

C'era una volta in America... a Cannes

"Lawless", ossia senza legge, è il titolo del film di John Hillcoat ("The proposition", Leone d'Oro a Venezia con "La strada" dal romanzo di Norman McCarty), in concorso a Cannes facendoci ritornare nell'America del proibizionismo e della grande depressione.

"La crisi economica di oggi, naturalmente, quella di allora, Wall Street e il crollo delle Borse del 1929 sono stati fatali per farmi scattare il desiderio di tornare a raccontare l'America dai colori forti. Lo scarto tra ricchi e poveri, la sottomissione a un potere che non cambia, la corruzione, tutto ciò che ci rende prigionieri in maniera invisibile, l'ingerenza dello Stato nella privacy dell'individuo, del cittadino mi hanno fatto dire basta a questo disordine di cose", afferma il regista di Lawless.

Nella storia i tre fratelli Bondurant vogliono continaure a fare ciò che hanno sempre fatto nonostante le proibizioni, distillare whisky, venderlo, commerciare patate e garnoturco. I due fratelli maggiori sono andati in guerra, la Grande Guerra che avrebbe dovuto portare pace e prosperità e sono tornati vivi, ma sonos tati anche gli unici superstiti della loro compagnia. Accettano di tutto,a nche di non essere curati dalla Stato per la Spagnola, alla quale sopravvivono, ma non accettano imposizioni; a Franklin, "la contea più umida del mondo" quando viene sera le colline s'illuminano per i fuochi che fanno le distillerie dei contadini. Non ci sono solo i rapporti dello Stato con la malavita organizzata, ma anche la storia di funzionari corrotti, politici e forze dell'ordine che si arricchiscono con mazzette su mazzette.

Ciò che scatta è un sentimento di invincibilità in un mondo quasi atemporale messo più a fuoco dalal cura dei costumi e degli arredamenti, come dire che quell'epoca forse non è ancora del tutto trascorsa. Blues, country e folk fanno da colonna sonora a cura di Nick Cave, in veste anche di sceneggiatore. Ma la storia dell'America e della sua crisi non finisce qui. Ci ha pensato la pellicola restaurata di "C'era una volta l'America" di Sergio Leone a riportare a galla tutta quanta la faccenda politica e finanziaria. Un'occasione per dire bravo ancora una volta a De Niro e brava a Elisabeth McGovern, che De Niro amava e violentava a suo piacere. La pellicola del 1984 oggi restaurata magnificamente è in versione originale e a ricordare è la figlia del grande regista. Raffaella che ricorda il padre come un grande scorbutico e di quella volta che sul set lo ammanettò a una sedia perchè le disse: "Non sai fare niente, non ti posso pagare". "Devi essere la prima a entrare sul set e l'ultima a uscire!", questo era l'imperativo del genio prepotente e tanto amato Sergio Leone.

A 28 anni dall'uscita del film di Leone morto nel 1989 a 77 anni, i figli hanno scavato nell'archivio del padre e cucito insieme pezzo dopo pezzo la pellicola per potere tornare nelle sale proprio il 18 maggio, data della sua morte, grazie anche al generoso contributo di Gucci e della collaborazione di Frida Giannini, direttore creativo, alla Film Foundation di Martin Scorsese e alla cineteca di Bologna che ha materialmente restaurato la pellicola. Il film era stato tagliato in una ventina di punti, ora ce lo possiamo godere per intero.

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