Ceramiche, bronzi e pesce. Ecco l'"altro" Lucio Fontana

L'artista famoso per i Tagli e i Buchi amava sperimentare. Nella sua amata Albisola un percorso fra tutte le passioni

Ceramiche, bronzi e pesce. Ecco l'"altro" Lucio Fontana

Dispiace dirlo, ma l'effetto è un po' questo: cartoline da un'Italia che non c'è più. Non c'è più quella spensieratezza, quell'innocenza, quella voglia di divertirsi che caratterizzarono il nostro Paese dagli anni '50 al '68. Celebrato in lungo e in largo ma pur sempre in modo unilaterale, non ci potevamo dimenticare che il 7 settembre di mezzo secolo fa moriva Lucio Fontana, l'artista più rivoluzionario del secondo '900 italiano, lui che di politica si disinteressava e che all'ansia sperimentale volle sovrapporre la leggerezza e la gioia del vivere.

A Fontana piaceva passare l'estate ad Albissola, incantevole cittadina ligure baciata dal clima mite, polo d'attrazione degli artisti fin dai tempi del Secondo Futurismo, quando Tullio Mazzotti (in arte d'Albisola, non è un errore, si scrive con una o con due esse), prese il mestiere familiare di ceramista e lo evolvette aderendo al movimento di Marinetti, convogliando in Liguria pittori, scultori, intellettuali e architetti. Non solo sperimentale nella concezione artigiana, Tullio commissionò nel 1932 a Nicolay Diulgheroff la progettazione della Casa Mazzotti, esempio di laboratorio in stile ventennio che non solo è ancora lì, ma anzi si è sdoppiato in una costruzione gemella. Albisola cresce ancora dopo la guerra. Ci viene a vivere Asger Jorn, esponente del Gruppo Cobra, malato ai polmoni: compra una dimora diroccata in collina, la trasforma in una casa-museo utilizzando gli scarti della ceramica e dipingendo le pareti. Finalmente riportata alla luce. Ci passa Pinot Gallizio, scoprendo un'inedita vocazione alla pittura per interminabili notti passate a bere e discutere con quei pazzi dei Situazionisti che bazzicavano nei dintorni con le loro strampalate, rabdomantiche, teorie. Soprattutto, c'è Fontana e basta rivedere le fotografie dell'epoca per provare un brivido di nostalgia. Che Italia felice! Lo troviamo alla festa del pesce, in maglietta bretone, a organizzare convivi nello studio di Pozzo Garitta, ciabatte e camicia aperta sul petto a mostrare il fisico asciutto, gran seduttore e sciupafemmine anche dopo i cinquanta; fine stagione a modellare la terra con gusto informale insieme all'amico Agenore Fabbri; a progettare le tre Nature, sfere di bronzo che stanno sulla Passeggiata degli Artisti, segno così abitudinario che i turisti ci appoggiano, noncuranti, le biciclette.

Per non dimenticare, il giovane studioso Luca Bochicchio, curatore del MuDA di Albisola, professore dell'Università di Genova, ha messo su l'originale percorso «Nascita della materia. Lucio Fontana e Albisola» che ci permette di scoprire due cose. La prima, che la storia dell'arte, quando studiata bene, è foriera di sempre nuove scoperte che danno gioia. E dunque Bochicchio, con il supporto di Enrico Crispolti, decano degli studi fontaniani (nonché mio maestro) e di Paola Valenti, merita il plauso. La seconda, che Fontana è l'esatto contrario dell'artista monocorde e ripetitivo. Chi lo identifica con i Tagli e i Buchi non ne conosce che un aspetto: Fontana era un vulcano di idee, amante della materia, conoscitore delle tecniche, gran sperimentatore, disegnatore eccezionale.

Ad Albisola lo leggiamo, soprattutto, ceramista. Rivoluzionario anche in questo. Nelle sale del MuDA sono esposti alcuni capolavori: la Donna con fiore del '48, la Dama bianca del '53, i pannelli realizzati per la decorazione del transatlantico Conte Grande del '49. Usciti dal museo, si percorre l'itinerario dei luoghi fontaniani, cominciando dallo studio di Pozzo Garitta, rilevato dall'architetto Gianluca Peluffo, che presenta un allestimento documentario. Nel giardino di Casa Mazzotti ecco il famoso Coccodrillo con serpente del '36, all'interno il busto di Esa Mazzotti, nipote di Tullio, del '53. Al giardino Pacetti nello studio Ernan Design ad Albisola Superiore si riscopre il Concetto spaziale, pannello a muro in ceramica, realizzato come site specific nel '57, accanto a opere di Garelli, Scanavino, Capogrossi, Crippa.

E poi si prenda l'auto per brevi spostamenti: la Chiesa dell'Assunta a Celle Ligure, il ristorante Kursaal Margherita a Varazze, per concludere il breve viaggio al Museo d'arte di Palazzo Gavotti di Savona, dove è conservata la collezione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo: riaperto da giugno, qui la ceramica moderna dialoga con l'arte antica.

Tutto questo fino a dicembre, quando il clima sarà ancora più piacevole e rivedere Fontana ancora più bello.

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