Dopo il documentario sul padre, Blanket Jackson non dice più una parola

Blanket Jackson, il figlio minore di Michael Jackson, non dice più una parola dopo la messa in onda del documentario "Leaving Neverland". Passa le giornate chiuso in camera sua, senza andare a scuola per evitare di essere vittima di bullismo a causa delle gravi accuse di pedofilia mosse contro il padre

Dopo il documentario sul padre, Blanket Jackson non dice più una parola

Il figlio più piccolo di Michael Jackson sta soffrendo molto a causa delle accuse di pedofilia avanzate nei confronti del padre nel recente documentario “Leaving Neverland” e da ragazzino allegro e solare è precipitato in una forma di depressione che preoccupa molto i suoi due fratelli, Prince Michael I e Paris, nonché i cugini.
In particolare Taj Jackson che nel corso del programma televisivo britannico “BBC 2” condotto da Victoria Derbyshire ha rivelato che sono giorni che “Blanket si è completamente ammutolito e non dice più una parola”.

L’ultimo dei tre figli del re del pop, che ora ha diciassette anni, passerebbe le sue giornate chiuso in stanza, da solo. “In realtà è il ragazzo più loquace della scuola. Ora non dice più una parola. Siamo tutti molto preoccupati per lui”, ha spiegato Taj. Blanket, di cui, a differenza dei due fratelli maggiori, non è mai stato reso noto il nome della madre biologica, vive attualmente a Calabasas, in California dove frequenta la Buckley School a Sherman Oaks, insieme ai suoi due fratellastri.
Il suo vero nome è Prince Michael Jackson II, ma in casa è sempre stato chiamato Blanket e a chi chiedeva a suo padre il perché di questo soprannome che in inglese significa “coperta”, Michael spiegava che per lui rendeva bene l’idea di “coprire con amore suo figlio”, nel senso di proteggerlo.

Dal 2015, stando all’annuario scolastico, si è scoperto che Prince Michael Jackson II non vuole più essere chiamato Blanket, ma Bigi Jackson perché a causa del nomignolo affibbiatogli dal padre tutti lo prendevano in giro. Ma di un bullismo ben più grave il ragazzino ora è vittima a scuola e sui social a causa delle gravi accuse mosse al padre nel documentario trasmesso dalla HBO.

Blanket credeva che l’incubo delle accuse di pedofilia fosse finito una volta per tutte con la morte del padre nel 2013, invece adesso è tornato come uno tsunami stravolgendo la sua vita, mentre i suoi due fratelli, dalle personalità più forti e decise, stanno reagendo in modo opposto, combattendo per difendere la memoria del padre.



In particolare Paris che ha fatto diverse dichiarazioni alla stampa accusando gli autori e i protagonisti del documentario di essere solo degli avvoltoi a caccia di soldi perché suo padre non è mai stato un pedofilo. E questo lei lo sa, come lo sanno i suoi fratelli, perché ci viveva insieme nel ranch di Neverland.

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