Paris Jackson non ci sta. La figlia di Michael Jackson ha risposto per le rime alle polemiche che l'hanno travolta dopo la messa in onda dello scottante Leaving Neverland, il documentario di Dan Reed trasmesso da HBO, nel quale Wade Robson e James Safechuck sostengono che il cantante li abbia violentati da ragazzini.
La figlia d'arte, oggi attrice, aveva già espresso una forte preoccupazione per la sua carriera dopo l'anteprima del film al Sundance Film Festival. Ora si è sfogata sui social con due tweet al veleno. “So che le ingiustizie sono frustranti ed è facile agitarsi, ma reagire con calma a mente fredda è più logico che agire su due piedi in modo rabbioso”, le sue parole.
Paris Jackson: "Haters, fumatevi un po' d'erba"
“Ci si sente meglio a rilassarsi”, ha aggiunto in un cinguettio successivo, per poi rivolgersi agli haters: “Fumatevi un po' d'erba e cercate di guardare il quadro generale della situazione”.
Leaving Neverland ha lasciato scorie pesanti in casa Jackson. “Il #MeToo di Michael Jackson”, come l'ha definito il regista Dan Reed, ha mandato su tutte le furie la figlia 20enne di Jacko e Debbie Rowe, ma non solo.
Le accuse di essere un pedofilo seriale non sono andate giù ad eredi e agenti del Re del Pop. I rappresentanti del musicista lo avevano bollato come un “tentativo patetico di fare denaro ai danni di Jackson”, mentre la famiglia era stata molto più perentoria.
“Leaving Neverland – si legge in un comunicato ufficiale inviato a Rolling Stone – non è un documentario, è quel genere di massacro da tabloid
di un personaggio che Michael Jackson ha sopportato in vita, e che ora gli tocca anche dopo la morte. Il film prende accuse non confermate legate a cose che presumibilmente sono accadute 20 anni fa e le tratta come fatti”.
smoke some weed n think about the bigger picture. chillax my dudes
— Paris-Michael K. J. (@ParisJackson) 7 marzo 2019
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