Donazioni, isolazionismo e proclami. Così Schwarzenegger "termina" il virus

Il successo dei folli video su Facebook del popolare attore (e governatore) Arnold Schwarzenegger

Donazioni, isolazionismo e proclami. Così Schwarzenegger "termina" il virus
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Quanto ci vorrebbe in Italia uno come lui. Il simbolo dell'uomo duro, tutto muscoli ma anche con un grande cervello. Sto parlando di Arnold Schwarzenegger, che è stato il mito di noi ormai cinquantenni, che siamo cresciuti con i suoi poster in cameretta e andavamo in palestra per mettere su un po' di muscoli per assomigliargli almeno un po'.

Se non seguite la sua pagina Facebook e il suo account Twitter vi consiglio di farlo, è irresistibile, per affrontare meglio la quarantena e per mettersi di buon umore magari dopo essersi depressi per una diretta Facebook di Conte che precisa la precisazione della precisazione della precisazione del decreto del giorno prima con il carisma di un impresario delle pompe funebri. Ecco, ci vorrebbe Schwarzy, che tra l'altro, a pensarci, ha pure esperienza politica, visto che è stato un magnifico governatore della California.

Come affronta l'isolamento Arnold? Ha una tenuta bellissima (se non ce l'ha lui) in cui gira con diverse jeep, come quelle che usava in Commando. Per tenersi compagnia ha un cavallino e un asinello, Whiskey e Lulu, adorabili, e li porta anche in casa e li bacia e li abbraccia e ci mangia insieme in cucina, come fossero dei gattini, oppure ci gioca rincorrendoli sul prato in bicicletta, uno spasso.

Tra l'altro fa dei tutorial su come lavarsi correttamente le mani, molto meno noiosi degli spot ministeriali, e già che c'è lo mostra anche al suo cagnolino pechinese, parlandoci, ha capito che è molto meglio parlare agli animali che agli esseri umani. Non solo parole, in ogni caso, ma anche aiuti economici concreti: ha donato un milione di dollari per rifornire gli ospedali di mascherine. Ci tiene a farci capire l'importanza delle distanze di sicurezza (in un video cerca di spiegarlo all'asinello Lulu), e ogni giorno si allena, nonostante i settantadue anni, sollevando pesi come ai tempi di Pumping Iron, quando era Mister Olympia, e vi insegna come allenarsi a casa, anche a noi che non abbiamo una palestra privata come lui.

Se ci fosse un John Connor, in un futuro dominato dalle macchine, come in Terminator, dovremmo augurarci che ci mandi non Kyle (che diventerà il padre di John, una cosa che non si è mai capita) ma direttamente Arnold per salvarci dalla tristezza. Insomma, chi l'avrebbe mai detto che «Terminator» è in realtà una persona così umana, così dolce, così simpatica (in realtà da tempo lo è diventato anche nei film, i Terminator cattivi sono sempre gli altri).

E anche capace di messaggi chiari, non come quelli di Conte. Per esempio in un video su Facebook visualizzato da cinque milioni di persone senza tanti giri di parole dice: «State a casa più che potete. Ignorate i coglioni».

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