E Chailly dopo la Prima loda tutti (tranne loro)

La Netrebko felicissima si prepara alle nozze. Cecconi: «La mia vita è cambiata»

Il più soddisfatto è stato Riccardo Chailly. La prima vera scommessa del maestro da direttore principale della Scala è stata vinta: portare un'opera di Verdi, che per di più mancava da 150 anni. D'altronde, secondo Chailly, la Scala ha un «impegno morale» rispetto a «Verdi e alla sua grandezza». E quest'opera è stata un modo per mantenerlo. Ma la vittoria non è solo merito suo. Si è trattato di un «successo collettivo» ha spiegato citando il cast, lo «straordinario coro» e l'orchestra. Nessuna menzione per la regia del duo franco-belga Moshe Leiser & Patrice Caurier, con cui pare non sia sempre corso buon sangue. Intervistato alla Barcaccia su Radio 3, ha concesso che «era importante verificare che la regia non ostacolasse l'interpretazione musicale». Dunque, la Prima della Scala ha messo d'accordo tutti, pubblico, critica, destra, sinistra, tradizionalisti e progressisti. La colonna portante del successo, comunque, è stata lei, Anna Netrebko, voce e corpo di questa Giovanna d'Arco verdiana. Diva fuoriclasse sulle tavole del palcoscenico e al tavolo imperiale della cena del dopo Prima, fra luci soffuse e scarlatte in omaggio a quel rogo su cui Giovanna d'Arco di Verdi, di fatto, non finisce. Alla Società del Giardino di Milano, cena per 450 ospiti, c'è la politica, la finanza e il mondo dello spettacolo a brindare con bollicine Franciacorta (che vince sullo Champagne dei cugini di Francia) e piatti in omaggio all'Emilia di Verdi e pure alla Lombardia: anche nel gusto è questione di equilibri diplomatici. Si cena secondo i ritmi dell'imprenditoria milanese, quindi prima dello scoccar della mezzanotte la festa è finita. Non senza il correndo di selfi scaligeri, su tutti quello della coppia Netrebko-Renzi. La Netrebko impera al fianco del cantante azero Yusif Eyvazov, tenore che sposerà il 29 dicembre, in coda alle repliche di Giovanna e a un recital (a Forlì, venerdì 11) con il direttore Riccardo Muti al pianoforte, canterà pagine di Giacomo Puccini. Netrebko è donna dalle mille risorse, arriva in corso d'opera, ovvero a prove dello spettacolo già ben avviate, ma tutto può. Si cala liberamente nel personaggio che i registi tentano di cucirle addosso. Tentano, appunto. Perché lei osserva, ascolta ma filtra: coglie ciò che più le va. E loro? «Non c'è migliore Giovanna d'Arco», spiega Leiser. La russa Netrebko è così. Irride i chili di troppo che ne fanno una Pulzella giunonica. Archiviato l'amore degli ultimi anni, il baritono Erwin Schrott, si prende un uomo più giovane, lo sposa e lo porta -quando può - in palcoscenico con lei, canteranno assieme anche per la serata con Muti. E il sostituto dell'ultimo minuto Devid Cecconi, al posto di Alvarez malato? Le critiche non sono state entusiaste, però, se l'è cavata.

Ieri mattina in conferenza stampa era soddisfatto: «È come se avessi iniziato a cantare ieri, perché la Scala ha questo potere». La scala, una cassa di risonanza enorme. «Io spero che arrivi qualcosa, ma questo mi ha già cambiato la vita, perché mi ha dato la soddisfazione che ogni artista sogna».

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