Anche il tenore Juan Diego Florez, il re del Belcanto, esce con un cd Sony, Bésame mucho, dedicato alle più belle canzoni latinoamericane. Le interpreta come lui solo può, con eleganza di fraseggio, sfumati, morbidezza di suono. Dà voce «al senso dell'abbandono, ai cuori infranti e all'allegria estrema dell'America latina: i tre temi della nostra musica». Canta un mondo che ben conosce: Florez è sbocciato fra Usa e Europa, ma è nato a Lima (nel 1973) dove torna regolarmente ora che ha lanciato l'orchestra Sinfonía por el Perú, l'apice di un sistema didattico che coinvolge 8mila bambini. «Dopo essere stato in Venezuela e aver conosciuto El Sistema di Abreu, decisi di far qualcosa di simile per il mio Paese. La musica può essere un potente mezzo di trasformazione sociale».
Florez se ne andò da Lima quando venivano posati i primi mattoni di un muro che ora separa definitivamente la baraccopoli dal quartiere residenziale. «Dagli anni ottanta, migliaia di persone sono arrivate nella capitale per scappare al terrorismo. Hanno preso possesso delle terre e costruito senza piani urbanistici. Ma proprio lì abbiamo istituito il primo dei nostri 21 centri. Già vediamo uscire ragazzi cambiati, carichi di autostima». E invece cosa ne è del Sistema venezuelano? «Alcuni dei nostri professori, nonché miei amici, vengono dal Venezuela, li aiutiamo il più possibile. Ma la situazione è molto grave. E' un sistema di orchestre del Governo e se sta male il Governo soffrono anche loro».
Quanto al Perù, Florez è ottimista, «tanti corrotti stanno cadendo, abbiamo giornalisti che denunciano e tribunali che condannano. Abbiamo imparato dagli anni passati». Risiede a Vienna, mentre la casa delle vacanze è a Pesaro, non scorda le radici ma si sente europeo. Tornerà in Italia il 23 giugno, alla Scala per un gala Rolex al fianco del collega Jonas Kaufmann e Sonja Yoncheva, con Placido Domingo e Gustavo Dudamel sul podio. Promette che canterà qualche canzone da Bésame mucho accompagnandosi con la chitarra che ha ripreso a suonare «per amore dei miei figli».
Sono Leandro e Lucia, il primo nato (sette anni fa) a New York mezz'ora prima di andare in scena al Metropolitan: «Lo presi in braccio e poi via in teatro». Lucia invece è stata la prima nata di Pesaro, il primo gennaio 2014.PAF
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