Ecco «Good People» commedia al massacro

Una commedia come Good People (al Parenti di Milano) dell'americano David Lindsay-Abaire si colloca sull'onda di quella drammaturgia made in Usa scaturita quasi per gioco nei primi anni settanta. Che, quasi per frenare l'ondata freudiana che, in odor di melo, contagiò la scena e il romanzo americano dai primi anni del dopoguerra fino alla svolta cruciale del '68. Chi l'ha vista sarà d'accordo che l'autore si è fatto le ossa studiando stilemi in auge fin dagli anni '30 quando venivano portati alle stelle gli astuti copioni «all women». Poichè ci troviamo in due contesti il cui specifico pretende invano di dichiararsi diverso. Dato che la modesta cappellina limitrofa abitata dalla protagonista è contigua al tempio asettico ma lussuoso del suo fidanzatino della giovinezza ora promosso a medico di grido che esercita il suo potere di pater familias. I due universi sono separati dalla differenza del dio dollaro e finiscono dapprima per ignorarsi e poi per scontrarsi in quello che appare un insanabile dissidio ma poi si scioglie come un sufflè alla panna. Diciamo quindi che da subito tutta la nostra solidarietà va a Mike. Ossia al doctor sportivo bagnato di nevrotici scatti e compiaciuto narcisismo impersonato da Luca Lazzareschi. A cui si contrappone con un perverso umorismo abilmente asciugato negli stilemi dolciastri che da sempre si addicono ad ogni vittima designata la sua contendente, una Michela Cescon che con mestiere e un'impressionante vis comica. L'antica girl friend proveniente da un passato appena accennato nei gesti parchi della protagonista femminile sanno mutarsi da quelli prescritti ad una supplice a quelli richiesti da una matriarca in piena regola che si muove tra passato e presente tra implorazioni in punta di penna e traslate punte di una crudeltà accennata con brio. In un continuo confronto con le raccomandazioni dell'amica del cuore Loredana Solfizi che interloquisce provocando risate ed applausi a catena. Tutto questo dentro il congegno del plot orchestrato con grazia e una punta di humour dal regista Roberto Andò.

Così è se vi pare quindi, ma siamo sempre e comunque, intelligenza a parte, in un ambito puramente commerciale che sa di rifrittura, con buona pace di un Pulitzer attribuito all'autore per meriti che ci rifiutiamo di commentare.

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