Ferragni a Sanremo. Il "jolly" di Amadeus è già una grana politica

L'influencer paladina dei diritti gay sarà sul palco del Festival. Un azzardo prima del voto

Ferragni a Sanremo. Il "jolly" di Amadeus è già una grana politica

Alla fine tutto passa da Sanremo. Anche Chiara Ferragni. Quando Amadeus ieri sera ha annunciato al Tg1 che lei sarà la coconduttrice della prima e dell'ultima serata del prossimo Festival, i social sono subito esplosi. Neanche una critica. Manco quella di un hater di periferia. Un colpaccio, bisogna ammetterlo. Un colpaccio neanche imprevisto, perché già alla vigilia della scorsa edizione sembrava che Chiara Ferragni sarebbe passata in qualche modo all'Ariston. E invece no. Invece ha aspettato un altro giro e sarà in scena il 7 e l'11 febbraio 2023, prima e ultima serata, le più importanti, di solito le più memorabili. In sostanza, dopo X Factor e Lol, l'impero Ferragnez arriva al centro della Tv di stato, all'evento più importante dell'anno ma anche quello più tradizionale, quello che vive anche senza social, e si rivolge a una grande fetta di pubblico che non passa ore a smanettare sullo smartphone. Gli opposti talvolta coincidono, si sa. E una corazzata da decine di milioni di follower come Chiara Ferragni al Festival di Sanremo apre tanti scenari diversi che da qui ai prossimi otto mesi saranno esplorati tutti. Arriverà anche Fedez? Canterà o canteranno? Insomma, ci sono le solite possibili tiritere quando viene annunciato un super ospite. Ma qui non c'è solo questo. Il prossimo Festival di Sanremo sarà alla vigilia delle elezioni politiche forse più importanti degli ultimi decenni. Cosa farà Chiara Ferragni? Si atterrà al copione sanremese di musica e spettacolo? Oppure farà un passo più in là? Dopotutto, il recentissimo incontro con Liliana Segre ha appena confermato la volontà di essere influenti in modo diverso nella formazione dell'opinione pubblica. E, mica c'è bisogno di ricordarlo, Fedez prende spesso posizioni che sconfinano o coincidono con la politica. Non a caso si parla sempre più frequentemente di un «partito degli influencer», che avrebbe a disposizione un bacino elettorale sterminato e multigenerazionale. Insomma, la presenza della regina degli influencer, della paladina no gender all'Ariston in piena campagna elettorale diventerà presto un caso. E lo diventerà anche se non fosse un caso. Spieghiamoci. La sola presenza di Chiara Ferragni scatenerebbe un altro «caso Benigni» che diventa politico anche se non si parla di politica. Basta la presenza. Basta il sospetto. Basta la semplice possibilità che tra un «ecco a voi» e un altro arrivi la battuta, l'allusione, il riferimento. E patatrac. Una possibilità che Amadeus avrà senza dubbio considerato e, magari, già regolamentato negli accordi preliminari. Oppure no, chissà.

In ogni caso oggi inizia la Ferragneide sanremese, nuovo capitolo della rilevanza enorme e potenzialmente politica della più famosa influencer del mondo che, dopo essere nata sul web e sui social, ha deciso che comunque un giretto sulla tv generalista è ancora un ottimo modo per diffondere i propri consigli, le proprie idee, le proprie suggestioni. Magari anche politiche, per ora tutto è possibile.

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