Il film da riscoprire

Un giorno o l'altro bisognerà chiedere scusa a Enrico e Carlo Vanzina, intrepidi e acuti cantori degli italici vizi, puntualmente, e ingiustamente, massacrati dalla critica snob. Febbre da cavallo - La Mandrakata (in onda stasera alle 21.15 su Rete 4), girato nel 2002, è un evidente omaggio a suon di citazioni alla memoria del grande, e pure lui sottovalutato, papà Steno, autore, ventisei anni prima, del piacevole film capostipite, da tempo diventato un «cult». Siamo a Roma. L'ha giurato alla voluminosa fidanzata, proprietaria di bar, Lauretta (Emanuela Grimalda): basta, non gioco più. Invece Bruno Fioretti, in arte Mandrake (Luigi Proietti), comparsa a Cinecittà, è sempre a Tor di Valle per scommettere con l'inseparabile Marco, detto Micione (Rodolfo Laganà), e con l'Ingegnere (Andrea Ascolese), esperto di computer. Ma dove trovare gli euri (plurale) necessari? Truffando i fessi come il macellaio figlio del mitico Manzotin. Ed ecco il candido Antonio Faiella (Carlo Buccirosso): il pollo da stangare con l'aiuto della vistosa collega Aurelia (Nancy Brilli). Seguirà il bis ai danni dell'implacabile strozzino, il Cozzaro Nero (Stefano Ambrogi), appena entra in scena il redivivo Er Pomata (Enrico Montesano).

La storia di Febbre da cavallo - La mandrakata è molto divertente, sono bravi e simpatici i protagonisti, ben intonati i caratteristi di contorno, frizzante la colonna sonora. Chissà se è un caso: gli abiti, con strepitose scollature, di Nancy Brilli, sono di Cavalli.

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