Giovanni Lindo Ferretti: "Il mio Papa era Ratzinger e non può essere Bergoglio"

L'ex CCCP e CSI, intervistato da "Rolling Stone", racconta il suo rapporto con la fede e spiega perché la rinuncia di Benedetto XVI sia stato "un segnale orribile dei tempi" e "la fine dell'Europa"

Giovanni Lindo Ferretti: "Il mio Papa era Ratzinger e non può essere Bergoglio"

Giovanni Lindo Ferretti, l'ex leader di CCCP, CSI e PGR diventato "infedele alla linea", ha rilasciato una intervista al magazine Rolling Stone nella quale affronta a cuore aperto la religione e la scoperta della Chiesa, la politica e il rapporto con il passato, l'Italia di oggi e la vita da eremita a Cerreto Alpi, frazione di Ventasso (paesino dell'Appennino reggiano) che conta appena 70 abitanti.

Uno dei passaggi più significativi riguarda la sua riconciliazione con la fede e la figura di Papa Francesco. "Il Papa – dice il cantante – è una dimensione sacramentale e va oltre al raziocinio e alla logica. Il Papa è il Papa, fine. Dopodiché, i fedeli non sono costretti a rapportarsi a tutti i papi nello stesso modo. Il mio Papa era Ratzinger e non può essere Bergoglio, perché Papa si è per sempre. Non si sostituisce. Fortunatamente abbiamo la meraviglia di avere due papi in contemporanea".

Lindo Ferretti definisce la rinuncia di Benedetto XVI come "un segnale orribile dei tempi" e "la fine dell'Europa". "Benedetto XVI – sostiene l'ex CCCP – è l'incarnazione dell'Europa e di una spinta per cercare di far pace con la componente russa-slava. Insomma, di un pontificato che potesse rimescolare le carte con il mondo ebraico e ortodosso. Lo considero la dimensione vivente della più grande cultura europea. La sua rinuncia, quindi, è stata come dire che l'Europa non esiste più".

Giovanni Lindo Ferretti: la Meloni "è nata per la politica"

Molti fan di vecchia data continuano a rimproverargli la vicinanza a Giorgia Meloni. Lui racconta questa "conversione" come una naturale evoluzione personale. "Sono stato un giovane estremista di sinistra – spiega –, poi un uomo di sinistra e fino a un certo punto non avevo mai conosciuto nessuno che la pensasse in modo diverso. Ho sempre ritenuto che la destra fosse il male, l'infamia. Alla fine di un lungo processo, faticoso e doloroso, ho scoperto che la sinistra non era tutto quel bene che raccontava in giro, che anche noi eravamo esseri umani con dei difetti".

Guardando "dall'altra parte", il cantante ha scoperto la leader di Fratelli d'Italia, che è diventata quella che stima di più. "Mi piace – rivela – il suo essere una giovane borgatara romana che si è costruita una dimensione politica perché lei, sì, è nata per la politica. Senza dimenticare che la politica è una buona occasione anche per far uscire il peggio di sé".

Alle recenti elezioni regionali in Emilia-Romagna, il suo sostegno è andato alla leghista Lucia Borgonzoni e non al dem Stefano Bonaccini. Ferretti tifava per "la fine di un sistema" che definisce "soffocante". "Nel periodo iniziale – racconta – ero scettico, perché nel mio isolamento da eremita ho comunque buone frequentazioni benché rarefatte. E spiegavo a chi avevo vicino come fosse impossibile per Salvini vincere in Emilia-Romagna, ancor di più per una donna come Lucia Borgonzoni. Poi, però, per un attimo in paese ci è sembrato di potercela fare".

"Trasformare il razzismo in una dimensione politica – aggiunge – sta nelle cose orribili che stiamo vedendo. La bontà o la cattiveria come parametro politico mette molta tristezza". Oggi il cantante si dedica soprattutto ai cavalli, alla montagna e alle ritualità della sua piccola comunità, senza rinnegare il passato.

"Ci sono dei fardelli ben peggiori – chiosa Lindo Ferretti –, nonostante il mio ponga qualche problema. Ma non farei cambio con quello di nessun altro. Anzi, mi stupisce che passando i decenni comincio a cambiare idea sulle cose".

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