"I lupi sono abitanti di pianeti solo apparentemente lontani dal nostro". Questa frase apre la prima puntata di Lupi-Limited access area, nuovo programma in onda su Nove (canale 9), in prima tv da domani alle 23. A pronunciarla è Pablo Trincia, reporter d'inchiesta, origini tedesco-siriane cresciuto in italia, due volte premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi (per i reportage "Infiltrato tra i profughi afghani" e "Krokodil, la droga che ti mangia") e inviato de Le iene dal 2009. Un progetto targato Discovery, che dimostra l'ambizione della rete di trattare temi di inchiesta internazionale, attingendo dal meglio del videogiornalismo di frontiera degli ultimi anni. Il risultato è d'effetto: Lupi indaga il lato predatorio di ognuno di noi, attraverso un ciclo di documentari provenienti da tutto il mondo, che raccontano il lato più spietato della natura umana. Sei appuntamenti con reportage internazionali, per fare luce su un mondo di predatori fatto di pedofili, narcotrafficanti, estremisti religiosi, sfruttatori di uomini. Racconti senz'altro crudi e scioccanti, che mettono in primo piano istinti bassi e contesti al limite, legati a realtà tentacolari e difficili da combattere. L'occhio di Trincia sarà tecnico, commenterà la forma e i contenuti delle inchieste, condotte attraverso intercettazioni, interviste a volto coperto, telecamere nascoste, con un racconto empatico ed emotivo, a cui ci ha già abituato con i suoi servizi a Le Iene.
Domani si parte con Il cacciatore di pedofili (Paedophile Hunter, Regno Unito 2015). Il documentario racconta le azioni sotto copertura del "vigilante" inglese Stinson Hunter e della sua squadra, che combatte gli abusi sessuali sui minori. Il reportage ha fatto molto discutere quando ha debuttato su Channel 4, perché i metodi di Hunter sono poco ortodossi. Il giornalista smaschera i pedofili e li denuncia poi pubblicamente su Facebook, diffondendo i loro dati sul web. Giustiziere o giustizialista?
Poi sarà il momento del pluripremiato reportage Amazzonia criminale (due episodi, The valley of cocaine e The Tentacles of drug trade, Spagna 2015), che racconta il narcotraffico, attraverso le inchieste del famoso videoreporter spagnolo David Beriain. Dalla produzione della coca in Perù, fino al business che la fa arrivare in tutto il mondo, attraverso mafie, corruzione, corrieri e controlli doganali.
Infine il ciclo chiuderà con En tierra hostil (due capitoli, Congo e Ceuta, Spagna 2015), del giornalista spagnolo Jalis De La Serna, che parlerà di contrabbando minerario e di radicalismo islamico. Pronti ad affrontare questo viaggio?
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