Jerry Calà: "Mitici anni Ottanta. Da allora tutto è cambiato in peggio"

Il comico si è confessato in un'intervista a Libero. "Oggi i ragazzi pensano più all'alcool che alle ragazze. Checco Zalone? Il numero uno"

Jerry Calà: "Mitici anni Ottanta. Da allora tutto è cambiato in peggio"

È un Jerry Calà nostalgico quello che si confessa in un'intervista a Libero. Il popolare comico veronese ma di origini siciliane, impegnato tra un film che uscirà prossimamente al cinema e la ventunesima estate di musica e spettacolo alla Capannina di Forte dei Marmi, si è raccontato a 360 gradi tra passato e presente, con un'inaspettata visione pessimistica del futuro.

La prima riflessione di Calà è sugli anni Ottanta, il periodo della sua giovinezza e del successo tra televisione e cinema. "Di quel periodo meraviglioso ci sono rimasti grandi debiti. E uno strascico di entusiasmo. Quegli anni avevano una qualità, la gente aveva un'altra energia". Un decennio, secondo Calà, di una straordinaria "leggerezza".

"A quei tempi facevo 'Vado a vivere da solo", oggi non è più possibile". Colpa dei ragazzi che "non sempre per colpa loro rimangono a casa fin dopo i 30 anni. Allora c'era voglia di emanciparsi molto presto, forse anche i genitori erano meno protettivi di quelli di oggi".

Come i genitori, anche i ragazzi sono cambiati. "Un tempo i giovani puntavano a conquistare le ragazze, oggi sono più concentrati sulle loro bottiglione di vodka". Idem le ragazze, che "un tempo preferivano i ragazzi che le facevano ridere a quelli che ostentano la carta di credito per fare le bottiglie nei locali".

Calà, esploso alla fine degli anni Settanta con il gruppo comico dei "Gatti di Vicolo Miracoli", sta per tornare al cinema con "Odissea nell'ospizio", film comico fino a un certo punto. "Non è un film demenziale, ma una commedia del reale che è molto attuale. A modo mio, affronto anche il tema dell'immigrazione. Volevo parlare di quelli della nostra età, che non mollano mai".

Ma com'è cambiata la comicità da quando Calà si esibiva con Franco Oppini, Umberto Smaila e Nini Salerno? "Una volta i comici erano specializzati, salivano sul palco e facevano mezz'ora, 40 minuti. Ora invece si tende a dare più importanza alla riuscita di una trasmissione che al successo di un comico. Il migliore di tutti? Checco Zalone".

Infine una riflessione sulla politica. "Non ne capisco molto, ma vedo in giro grande confusione.

Chi voterei adesso? Non saprei chi scegliere. E pensare che parlavamo di politica già in uno spettacolo degli anni Ottanta: da allora non è cambiato nulla. Il giorno dopo le elezioni hanno vinto tutti: siamo noi che perdiamo", la conclusione di Calà.

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