L'origine del Joker non è un capolavoro

di Todd Phillips con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Brett Cullen

La stampa italiana, a Venezia, ha gridato al capolavoro, confortata dalla vittoria, di Joker, al Lido. Fu vera gloria? Il Joker è sicuramente un bel film, non vi è dubbio, ma fermiamoci qua. Prima di tutto, anche se, ovviamente, ispirato al personaggio dei fumetti, non è il classico titolo da supereroi, adatto ai ragazzini. È, invece, un lungometraggio «adulto», che fa riflettere sul male e su una delle sue possibili genesi, sulla esasperazione, sul fatto che colpevoli -in fondo- lo siamo un po' tutti, sull'indifferenza della società, la cattiveria, la disuguaglianza, i tradimenti familiari, sull'uso sbagliato del mezzo televisivo (volendo, ora dei social) e molto altro ancora. E' un film introspettivo, giocato sulla maschera, da brividi di un grandissimo Joaquin Phoenix. La storia, ovviamente, è ambientata in una Gotham City quasi dei giorni nostri, sommersa dalle immondizie, neanche fossimo a Roma, ma, almeno, priva di buche, nella quale il papà del futuro Batman aspira a diventarne sindaco. La violenza, nelle strade e sulle metropolitane, cresce in maniera esponenziale, figlia di una divisione di classi che inasprisce la tensione. I ricchi e i privilegiati trattano come topi di fogna chi è povero e conta come il due di picche. In questo contesto da New York anni '80, alla Taxi Driver (non è casuale la presenza di Robert De Niro, qui in una sorta di David Letterman), Arthur Fleck viene martirizzato da tutti, emarginato anche per la sua malattia (risata patologica) che lo costringe a ridere non spontaneamente, creandogli non pochi problemi. Per sopravvivere, fa il clown per strada, con il sogno di diventare un grande comico. In realtà, non fa ridere.

Picchiato nei vicoli, malmenato in metropolitana, tradito dalla madre, licenziato (con giusta causa), cumula amarezze fino ad esplodere, all'improvviso, trasformandosi in qualcosa che lui stesso non avrebbe mai immaginato: il Joker, leader di una rivolta e futuro arcinemico di Batman. Phillips dirige come se fosse Nolan, ma non lo è. Phoenix è bravissimo, ma, forse, un po' troppo sopra le righe. Sia chiaro, avercene di film così. Ma i capolavori sono altri.

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