"Ecco i segreti di Masterchef" L'ex concorrente racconta i retroscena del programma

Giorgio Ruggeri, executive chef e cuoco della seconda edizione del talent: "I piatti non bastano, bisogna avere un personaggio credibile"

"Ecco i segreti di Masterchef" L'ex concorrente racconta i retroscena del programma

Lui ha continuato a cucinare. A fare la spesa e a presentare piatti. Certo, davanti non aveva più Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri, ma dei giudici ancora più severi: i clienti del ristorante (tra cui professionisti e accademici della cucina). Giorgio Ruggeri, siculo doc, innamorato della sua terra, ora executive chef all'Eremo della Giubiliana a Ragusa, è stato un concorrente della seconda edizione di MasterChef.

Certo, brutto "scherzetto" quello di Striscia la notizia?
Sì, decisamente. E' stato uno scivolone per Striscia: rivelando il vincitore di MasterChef non hanno rispettato il pubblico che si affeziona al programma. Apprezzabile, invece, poteva essere la denuncia delle "irregolarità" nelle selezioni, ammesso che ci siano state. Di certo, io non posso saperlo. Però...

Però cosa?
Il fatto è che dire "cuoco amatoriale" vuol dire poco. Non avere un contratto di lavoro in una cucina più o meno professionale, non vuol dire non avere alle spalle tanti corsi di cucina. Magari anche di prestigio.

E nell'edizione a cui ha partecipato c'erano concorrenti preparati?
Alcuni erano talentuosi, davvero. Ma la cucina non è prendere un pennello e fare un quadro che poi piace, ci sono le cotture, le preparazioni, le tempistiche... Se le conosci alla perfezione, qualcuno deve avertele insegnate.

Ma fare un buon piatto basta?
Fare un buon piatto è importante. Ma non finisce lì. Ovviamente la personalità, il modo di essere e l'aspetto generale, contano.

Più del gusto?
I telespettatori i piatti li vedono in tv, non è che li assaggiano. Si fidano dei tre giudici. Fare un piatto che si presenta bene è fondamentale visto che si tratta comunque di un programma televisivo ed essere dei "personaggi" simpatici paga. Un po' come nella vita reale.

Lei lo segue ancora MasterChef?
Certo, ma non sempre in tv. Sono quasi sempre al ristorante... Però sono ancora in contatto con molti dei miei ex colleghi di programma e su Facebook abbiamo un nostro gruppo segreto dove ci confrontiamo spesso.

Perché secondo lei Striscia ha voluto rovinare la festa a tutti?
Non lo so, sinceramente. Però non è stato il massimo. Ma credo che non sia stato fatto a caso, magari era deciso da tempo... Fatto sta che il nome del vincitore lo conoscevo anch'io da fine settembre.

E chi glielo aveva detto?
Non lo ricordo

Sicuro?
Certe voci tra noi ex concorrenti girano...

Perchè lei non è arrivato vicino alla finale? Ora è lo chef di un importante ristorante...
Magari non ero abbastanza bravo. La cucina, come le dicevo, non è tutto in Masterchef: bisogna saper fare il “personaggio”, essere in grado di “assecondare” gli autori a destare l’interesse del grande pubblico il quale ha bisogno di immedesimarsi e soprattutto dello scoop…come in un film! Io non ero disposto al compromesso perché se stavo lì era solo per cucinare! Tu, partecipante, sei in fondo una mera pedina che deve destare interesse. L’interesse si trasforma in ascolti, gli ascolti in spazi pubblicitari, gli spazi pubblicitari in soldi… tanti soldi. Della tua sola bravura, lì dentro, non gliene frega niente a nessuno. Se non sei interessante… ti devi togliere il grambiule!

Ora è l'unico ad aver continuato a lavorare in cucina?
Degli ultimi 72 concorrenti, in pochi siamo riusciti nell’intento di lavorare nelle cucine di un ristorante. Alcuni sono addirittura espatriati, perché nonostante Masterchef, in Italia non ti si fila nessuno, anzi quando presenti un cv e dici che vi hai partecipato, ristoratori e cuochi professionisti prima ti congedano e poi si fanno una grassa risata. Altri fanno tv ed eventi. Altri ancora, in attesa del sogno di lavorare in tv, lavorano per mantenere in vita i loro fan club. Poi c’è chi è tornato a fare quello che ha fatto sempre.

E lei?
La ristorazione non rispetta le dinamiche del “successo facile”. Uscendo dalla Masterclass sono uscito anche dall’occhio dei riflettori per tuffarmi letteralmente nelle cucine, di giorno per la formazione e di notte per lavorarci, con uno stipendio che mi permetteva a malapena di coprire le spese d’affitto.

E questo per 2 anni: un piccolo sacrificio che si è trasformato, con un po’ di audacia, in due convocazioni consecutive da cuoco professionista, quale oggi sono. Nel futuro… chissà!! Ho ancora tanto da imparare e tantissimo da comunicare, non in tv ma ai tavoli del mio ristorante.

Vedrà ancora il programma?
Certo. Ma sempre su Sky?

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