La moglie di Roman Polanski: "Le accuse di stupro? Svaniranno in dieci giorni"

Emmanuelle Seigner, moglie di Roman Polanski, commenta le recenti accuse di stupro nei confronti del marito e sostiene che tutto "svanirà in dieci giorni"

La moglie di Roman Polanski: "Le accuse di stupro? Svaniranno in dieci giorni"

Le ultime accuse di stupro nei confronti del regista Roman Polanski arrivano dall'ex modella e attrice francese Valentine Monnier, ma in difesa del cineasta è intervenuta la moglie Emmanuelle Seigner.

Legata a Polanski da trent’anni, è anche la protagonista femminile del suo ultimo film, “J’accuse”, che in Italia prenderà il nome di “'L'ufficiale e la spia”, incentrato sul caso Dreyfuss, l'ufficiale di artiglieria ebreo alsaziano assegnato allo stato maggiore dell'esercito francese ed erroneamente accusato nel settembre 1894 di spionaggio a favore dell'Impero tedesco.

Intervistata da AGI, la Seigner ha commentato le recenti accuse di stupro nei confronti del marito, certa che quanto accaduto cadrà nell’oblio a breve. “Questo film resterà nella storia del cinema, tutto il resto svanirà in dieci giorni – ha commentato la moglie del regista Polanski - .Sono convinta che tutto passerà in fretta e per fortuna il pubblico sta dimostrando di essere più intelligente dei media, nei primi cinque giorni di uscita è stato visto da 400 mila persone”. L’attrice e moglie del cineasta, dunque, ha deciso di concentrarsi sul film che arriverà in Italia il prossimo 21 novembre, lasciando in secondo piano i fatti di cronaca nei quali Roman Polanski è stato recentemente coinvolto.

Femminista convinta, Emmanuelle Seigner ha espresso anche il suo parere in merito al movimento MeToo. “Non sono mai stata dipendente da un uomo, mi sono sempre guadagnata da vivere da sola, ma c'è femminismo e femminismo – ha precisato - . Un uomo e una donna non sono uguali, adoro gli uomini e vorrei che restassero tali, come tengo alla mia femminilità”. “In grandi cause, come queste, c'è sempre qualcuno che se ne approfitta – ha detto, riferendosi al movimento nato in seguito alle accuse mosse nei confronti di Harvey Weinstein - .

Porta avanti una battaglia giusta, ma il problema delle molestie e delle sopraffazioni non è nel cinema quanto piuttosto in altri ambienti. Nel cinema le attrici sono protette, lo stesso non succede ad esempio alle donne che lavorano nei supermercati”.

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