Moretti e la fede irradiano Cannes

Il più acclamato è sempre lui. Nanni Moretti. Non solo perchè presiede la giuria

Moretti e la fede irradiano Cannes

Il più acclamato è sempre lui. Nanni Moretti. Non solo perchè presiede la giuria ma anche perchè fa discutere non solo per il suo tono tra il serioso e l'intransigente, ma anche perchè su alcuni giornali e riviste si rivelano al cuni piccoli segreti sulla sua vita. Nel frattempo pare che accanto a lui ci sia sempre Chiara Palmieri, 34 anni, storica dell'arte, un'amore si dice che dura da più di un anno. Era con lui persino al Festival di Venezia. I due "piccioncini", si fa per dire, sono stati visti sulle sdraio della spaiggia di Sabauda, riposarsi prima di partire per Cannes. "Habemus Papa" è piaciuto molto ai francesi e la sua Sacher, la casa di distribuzione macina bene perchè Cannes è un motore di ricerca e di affari. E' per questo che è la prima vetrina internazionale cinematografica. La Francia investe miliardi e noi solo pochi milioni, ma tutto torna perchè i francisi la cultura la fanno fruttare. Inoltre Cannes è lo specchio del mondo. Qui i film arrivano da tutte le nazioni e tanti dopo pochi giorni sono nelle sale parigine, da noi neanche compaiono, mentre qui si vedono nei cinema d'essai persino quelli fuori concorso.

Libération dedica un'intervista a doppia pagina a Moretti con una foto formato gigante in prima pagina. "Cercherò di essere democratico" è il titolo. Mentre su Télèrama, lo stesso Moretti dichiara che non andrà in cerca dell'unanimità perchè così non si premiano i film mediocri. "Habemus presidentum" compare su altri rotocalchi e comunque la si giri il nostro regista italiano piace per la sua "rigidità", quell'aria da capo classe. Infatti vuole spesso riunire la giuria e fare il punto sulla situazione. Negli otto giorni che sono stati il simbolo della sua vita, c'è di tutto e tra i suoi comandamenti anche quello di non andare alle feste. Ma qui la carica che riveste glielo impone. Qualche curiosità? Eccone dunque...Nel 1973 vendette la sua collezione di francobolli per comperare una video camera Super 8 e nell'estate del 1986 fece il più bel gol della palla a nuoto (forse da qui il suo film "Palombella rossa"), avrebbe potuto andare anche alle Olimpiadi di Montreal o di Mosca "ma mi sono fermato qui, forse avrei Marocco. Un titolo che riporta a "volate cavalli di Dio", un appello alla Jihad, la Guerra Santa e usato da Bin Laden il giorno dopo l'attacco alle Twin Tower nel 2001. Una spiegazione anche di come funziona il reclutamento al martirio; la capacità dell'islamismo di riempire un vuoto fatto di corruzione e degradazione dove le forze dell'ordine ne sono un esempio. Tutti e due i film sono bene interpretati.

Mungiu soffre di un universo che è il monastero, chiuso e circondato da una natura ostile e l'altro di Ayouch fa vedere ragazzi che arrivati all'infanzai diventano senza emozioni, senza sentimenti, pieni di adreanalina e bisognosi di uno scontro fisico o sessuale. Tutto si azzera ed espode la vera violenza che dilaga fino a diventare un turbine di sangue.

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