Pochi giorni fa, per festeggiare il centenario della nascita di Mario Monicelli, era stato annunciata la consegna del Premio Monicelli a Carlo Verdone. La cerimonia di consegna è prevista per il 7 marzo a Grosseto, ma ieri Chiara Rapaccini, storica compagna di vita di Monicelli, con una lettera si è decisamente dissociata dalle scelte dei promotori del riconoscimento.
«Leggo che a Grosseto verrà festeggiato il mio compagno di una vita, Mario Monicelli - scrive in una lettera al quotidiano Il Tirreno - e il suo centenario, con una cerimonia in cui sarà premiato con il Premio Monicelli Carlo Verdone. Salvo il rispetto e l'ammirazione per l'opera di Verdone, vorrei tornare a sottolineare come Brizzi, Scamarcio, Veronesi e Verdone non rappres entino, se non in piccola parte, il pensiero e soprattutto il cinema di Mario, sempre al confine fra commedia umana, società e politica sofferta».
Chiara Rapaccini, compagna per oltre trent'anni del regista, non le manda certo a dire e sottolinea il suo disaccordo con le scelte degli organizzatori, sottolinea di essere stata «del tutto inascoltata», nonostante le fosse stato chiesto un contributo, e annuncia «di dissociarsi ufficialmente dal Premio grossetano». «Sono stata più volte interpellata per suggerire a Mario Sesti, organizzatore e direttore del Premio Monicelli, modalità e nomi per dare lustro al Premio. Ho chiesto che si tenesse conto del Monicelli pensatore rivoluzionario, attuale e, quel che più conta amato dai giovani, più che all'autore di commedia tout court . Vorrei ricordare come Mario sia l'autore di film come La grande guerra, Vo gliamo i colonnelli, Un bor ghese piccolo piccolo, I compagni, opera que st'ultima, attualissima in un momento di grave crisi italiana in cui la spaccatura tra classe dirigente e classe lavoratrice è tremenda. Certamente Mario sarebbe stato attivo e avrebbe fatto sentire il suo dissenso.
Il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, ha replicato: «Siamo orgogliosi di questo premio a Verdone. L'abbiamo scelto per il valore e la ricchezza dell'arte della sua commedia, fatta di osservazione prensile e di critica di costume ma anche di attenzione a sentimenti e debolezze dei personaggi».
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