La pace dopo la polemica con la Lega. E la disillusione verso la politica

Tra le parole del brano "'O scarrafone" c'era una frase contro il Carroccio: "Questa Lega è una vergogna...". Pino Daniele l'ha sempre cantata, anche nella sua ultima esibizione di Capodanno

La pace dopo la polemica con la Lega. E la disillusione verso la politica

Anche l'ultima volta non ha cantato quella frase. Niente. L'ha saltata a piè pari durante il concerto di Capodanno di Raiuno quando, sorridente e in forma, è salito sul palco gelido di Courmayeur per suonare qualche canzone. Tra queste 'O scarrafone , pezzo d'apertura dell'album Un uomo in blues del 1991, autentico capolavoro non soltanto per il testo ma pure per il suono, ipnotico, contaminato, irresistibile. Tra le parole anche quelle incriminate: «Questa Lega è una vergogna/ noi crediamo alla cicogna/ e corriamo da mammà». Lì per lì la Lega reagì con mugugni e invettive ma era ancora un movimento marginale. Pino Daniele ribadì il concetto anche durante i concerti, specialmente in quello milanese del 1997 nel quale dedicò la canzone «a Bossi a nome di tutto il Sud». Figurarsi. Ma il caso scoppiò per davvero quattro anni dopo, proprio durante Sanremo. Bossi era stato accolto dai fischi a Napoli mentre celebrava pubblicamente il suo matrimonio politico con Fini e An. Ovviamente su tutti i giornali scoppiò la polemica tra chi era d'accordo e chi no.

Pino Daniele no.

E dall'Ariston dichiarò che «Bossi canta Maruzzella a Napoli? Mi fa schifo, è un uomo di m... È una operazione che mi fa schifo». Patatrac. Bossi querelò e ci fu un processo che gli diede ragione imponendo al cantautore mezzo milione di euro di risarcimento. Qualche anno dopo, nel 2008 in piena emergenza rifiuti a Napoli, fu lo stesso Pino ad aprire alla Lega, o quantomeno al ministro dell'Interno Maroni (che lo ha ricordato su Twitter con «dolore e sgomento»). Mentre la propria città affogava nella spazzatura, l'artista si smarcò per dire che «Maroni viene a Napoli e si impegna a risolvere i problemi. Questo conta, che ne me frega se è leghista, mi fido di quello che vedo». Quella fu la svolta che sancì l'equidistanza confermata ieri anche da Salvini: «Non voglio dire ipocrisie: mi spiace perchè era un grande artista ma ascolto altra musica».

Pino Daniele in fondo ultimamente era politicamente assai disilluso: «Il partito per cui ho sempre votato non c'è più da anni». Era andato oltre. E lo ha confermato l'altra sera a Courmayeur. Quando, nella festa di fine anno, ha evitato di cantare il verso incriminato suonando da maestro la chitarra per l'ultima volta.

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