Più Decibel a Sanremo: "Anche stavolta ci sentiamo marziani"

La band di Enrico Ruggeri torna all'Ariston dopo 38 anni: "Il nuovo disco è sull'Anticristo"

Più Decibel a Sanremo: "Anche stavolta ci sentiamo marziani"

Dopotutto neppure sembrano trentotto anni che i Decibel si sono mostrati al Festival di Sanremo. Allora era Contessa, che non è stata «più la stessa». Stavolta in Lettera dal Duca c'è lo stesso spirito controcorrente, oltre allo sgocciolìo del tempo che è passato. Saranno in gara, giusto per provare ancora una volta l'effetto che fa. E sono molto ma molto distanti dal resto dei Big in gara. «In quel Festival del 1980 ci sentivamo dei marziani e anche stavolta la sensazione è la stessa», dicono loro tre, Enrico, Fulvio e Silvio. «Anzi ci si sentiamo proprio come dei ragni che arrivano da Marte» precisa Enrico, ossia Ruggeri, citando la band che accompagnava Bowie dal vivo nei primi anni Settanta. «Silvio e Fulvio avevano composto delle musiche molto coraggiose e poi ci siamo messi a parlare di Bowie. Sono tornato a casa e l'ho sognato. Così ho scritto il testo pensando a lui, niente di sovrannaturale eh, semplicemente una suggestione», spiega Ruggeri che è probabilmente il musicista italiano più attivo in circolazione da tantissimi anni. «È un brano che rappresenta la serenità interiore, la vocazione al distacco e al desiderio di prendere le distanze».

Oggi come allora i Decibel sono in una dimensione parallela, passano sui network nazionali, riempiono grandi locali ma conservano una vocazione punk che non necessariamente si trasforma nello sferragliare di chitarre distorte. Non a caso, il disco di brani (totalmente) inediti che accompagna la trasferta sanremese si intitola L'Anticristo, è suonato per davvero (basi e campionamenti ridotti al minimo indispensabile) e inizia con un brano gonfio di rabbia e chitarre. «Già dalla copertina (sulla quale i tre appaiono vestiti da manager con gli occhi da rettile - ndr) abbiamo disegnato quello che per noi è l'identikit di chi controlla il mondo, di chi stabilisce quale sarà il nuovo presidente e quando scoppierà la prossima crisi economica». È un tema molto «punk» al quale Enrico Ruggeri, Fulvio Muzio e Silvio Capeccia sono molto legati. Spiega Ruggeri: «Non posso pensare che sia casuale, ad esempio, questo crollo di creatività musicale, non può essere una colpa delle case discografiche che, oltretutto, prima stavano molto meglio. Però è un fatto che John Lennon cantasse di pace e Bob Geldof si rivolgesse ai poveri del mondo ottenendo un successo mondiale. Forse, dopo che la guerra in Vietnam è stata fermata dal rock, qualcuno ha detto che stavolta nessuno può dettare le regole». «Se facessimo dark music, sulla nostra copertina ci sarebbe un volto di Rasputin», rincara Silvio. In ogni caso, L'Anticristo è un signor album che se ne frega dei suoni mainstream e ravviva che ormai sembra vintage: quello della musica che legge la realtà con altre lenti, magari meno convenzionali ma sicuramente coraggiose. «La realtà molto spesso è diversa da quello che ci appare», aggiunge Fulvio commentando l'informazione e la deriva che ha preso sui social e sul web: «Le fonti sono meno autorevoli». Forse è questo fastidio che fa scintillare queste nuove canzoni raccolte in un album che manco era nelle intenzioni. «L'anno scorso siamo partiti per un tour che avrebbe dovuto limitarsi a quattro o cinque concerti e invece si è esteso fino a quaranta. Durante i viaggi tra una città e l'altra ci siamo confrontati e poi ciascuno di noi naturalmente ha scritto musica o parole. E, pian piano, siamo arrivati al punto che il presidente della Sony, Rosi, e i nostri collaboratori hanno iniziato a dire: ma perché non ne fate un nuovo disco?».

Così è stato e L'Anticristo uscirà il 16 febbraio. Prima avremo visto i Decibel sul palco dell'Ariston al venerdì sera con una delle leggende più leggendarie del rock anni Ottanta: Midge Ure, che dai (grandiosi) Thin Lizzy è passato ai Visage (quelli del megasuccesso Fade to grey), ha rifiutato un posto nei Sex Pistols ed è poi diventato la colonna dei decisivi Ultravox. «Con lui sul palco dell'Ariston dilateremo la parte inglese del testo, in fondo nelle foto lui sembra il quarto componente dei Decibel», sorridono.

Dopo Sanremo inizierà un altro tour che per ora ha soltanto sei concerti fissati (la prima a Senigallia il 13 aprile) ma che in breve diventerà sicuramente una lunga serie di date. Tre musicisti con i loro strumenti. Tre amici da quando erano ragazzi. «Sul palco non vedo dei corpi di fianco a me, ma delle anime», dice Ruggeri che da solista non fatica a tornare in un gruppo.

In fondo è in continua evoluzione e adesso è pure diventato professore: «Ho ottenuto la cattedra di musica contemporanea al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano». Se non avesse già raggiunto il massimo dei voti, questo varrebbe come una laurea.

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