Mancherà a tante Rosamunde Pilcher, come potrebbe mancare un'anziana parente al cui garbo e stile si è affezionati. La scrittrice britannica è morta ieri, a 94 anni a Dundee, in Scozia: molti l'hanno letta e amata (ha venduto 60 milioni di copie) e molti di più, anche in Italia, hanno seguito in tv le trasposizioni dei suoi romanzi sentimentali. Canale 5 è solito trasmetterli in estate o durante le feste e per riconoscere lo zampino della maestra del romance inglese basta dare un'occhiata all'ambientazione. Se scorgete le coste frastagliate della Cornovaglia o qualche isola britannica dove grandi amori nascono in condizioni imprevedibili (vedi La sposa indiana) e dove i due innamorati devono superare mille ostacoli per realizzare il loro sogno fino all'inevitabile ma ben sceneggiato happy-end, non avete dubbi: è frutto dell'intuito narrativo di Pilcher, che in Cornovaglia nacque nel 1924. Sono oltre un centinaio i film-tv tratti dai suoi romanzi dagli anni '90 a oggi (Un amore quasi impossibile, Un mistero dal passato i titoli più noti) e persino Queen Elisabeth si è inchinata al suo talento, conferendole l'Officer of the Order of British Empire. La carriera della scrittrice cominciò dopo il matrimonio, nel 49, con lo pseudonimo di Jane Fraser (riferimento alla Austen le ha portato fortuna). Pilcher tornerà poi a firmarsi con il suo cognome, raggiungendo l'apice della fama a 63 anni, con I cercatori di conchiglie, pubblicato in Italia per Mondadori alla fine degli anni '80. Fu un successo mondiale da 10 milioni di copie: la storia ruota attorno alla figura di Penelope, in bilico tra la nostalgia di un amore giovanile perduto in guerra, un matrimonio alle spalle e una nuova infatuazione. Siamo negli anni '50 e la donna riscopre nella soffitta della casa, ovviamente in Cornovaglia, le opere del padre morto, ora assai richieste dal mercato: segue ponderosa saga familiare tra amori, gelosie, tormenti e la grande Storia che Vanessa Redgrave contribuì a far conoscere, interpretando il film ispirato al libro.
Pilcher è una sorta di Liala in salsa inglese, rigorosa nella scrittura (Solstizio d'inverno, l'ultimo lavoro, è del 2000) e sapiente nel mescolare i soliti ingredienti - legami tormentati, eredità ambite, lutti - inventandosi ogni volta una ricetta che profuma delle cose buone d'un tempo.
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