La poesia della natura in uno scatto

Un'antologia di Barbara Dall'Angelo al Polo Santo Spirito di Roma

Emanuele Ricucci

Che forse abbia ragione Diane Arbus quando diceva: «Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate». Aprire ad una dimensione maggiore che esula dalla realtà, pur partendo da essa, ma non la deforma, la svela. Impresa e merito dell'arte fotografica, specie in un mondo affollato e distratto, che fugge a velocità siderale e dimentica in fretta. Fermarsi a «vedere davvero» ripristina la provenienza, ricorda dove siamo. Celebrare la dignità del regno naturale combatte lo stress imposto dalla pratica estrema della tecnica e dal materialismo, che rischia di trasformarci in ciechi macchinari, diseducati al nutrimento dell'anima. Il lavoro di Barbara Dall'Angelo - fotografa romana i cui scatti sono pubblicati su prestigiose riviste di natura e fotografia - quindi, va ben oltre l'esercizio di stile, la lungimiranza della postproduzione in un'epoca in cui l'abuso di Photoshop dovrebbe essere punito per legge -. Venticinque scatti per cantare la poesia della natura. The Poetry of Earth è il titolo della mostra la vede protagonista fino al 30 giugno a Roma, presso il Polo Museale Santo Spirito in Sassia, con il patrocinio del National Geographic Italia. «Cristallizzare momenti unici e irripetibili di armonia e di equilibrio della natura. Un'ode visiva alla terra, la cui poesia non ha mai fine, come cita il verso di John Keats da cui è tratto il titolo della mostra».

Un'antologia di viaggi fotografici che documentano la bellezza ma anche l'estrema fragilità del nostro pianeta. Racconti di terre vicine e lontane, di campi in fiore sovrastati da cieli burrascosi, di aurore boreali d'Islanda e di paesaggi tra cielo e mare.

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