Premi "gender neutral" al Festival: il politicamente corretto colpisce ancora

Dopo Berlino, anche la kermesse svizzera si piega all’ideologia politically correct. Il direttore Nazzaro: “Il mondo non viaggia più su un binario... binario”

Premi "gender neutral" al Festival: il politicamente corretto colpisce ancora

Anche il cinema si piega all’ideologia gender, l’ultima frontiera del politicamente corretto. Dopo il Festival di Berlino, anche Locarno dice addio ai premi per uomini e donne. In un’ottica di “trasparenza, scambio e dialogo”, la kermesse guidata da Giona A. Nazzaro ha deciso di prendere parte attiva “all’evoluzione in corso nell’industria audiovisiva” e ha annunciato l’introduzione delle categorie di performance neutre dal punto di vista del genere.

Sostituiti i premi per le performance femminili e maschili, ecco le categorie gender neutral per i riconoscimenti alle migliori interpretazioni. “La nostra è una scelta che siamo convinti ci aiuterà a valorizzare ulteriormente il talento e la creazione, al di là di categorie di individuazione ormai obsolete. Il mondo non viaggia più su un binario...binario”, le parole del direttore artistico Nazzaro.

La proposta è stata accolta con favore dalla presidenza del Locarno Film Festival. Secondo Marco Solari, “interpreta perfettamente l’indispensabile sensibilità dei tempi attuali”. A partire dalla prossima edizione – in programma dal 2 al 12 agosto 2023 – verranno consegnati due Pardi per la migliore interpretazione nel Concorso internazionale e nel Concorso Cineasti del presente.

La svolta gender neutral di Locarno è l’ennesima testimonianza del ruolo sempre più centrale del politicamente corretto. Una moda che ha contagiato anche le star, ma che in realtà ha poco a che fare con le battaglie per i diritti. Assegnare il premio a due uomini o a due donne anziché a un uomo e una donna, concretamente, non cambierà granché – anzi, nulla – dal punto di vista dell’inclusività. Una bandierina, nulla di più.

La speranza è che questa tendenza non influenzi la creatività di autrici e autori, perché arte e politically correct non

vanno a braccetto. “Il politicamente corretto per la libertà di espressione è un fardello. Per l'arte è un problema, visto che l'arte migliore nasce da un intento di scorrettezza”, parola di Paolo Sorrentino.

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