Un ponte sull'eternità L'opera totale di Christo è mistica (e divertente)

Passeggiare sulla superficie del lago Sebino è un'esperienza indimenticabile. Ecco perché

Un ponte sull'eternità L'opera totale di Christo è mistica (e divertente)

A ppena sali sulla passerella, dentro quest'opera tanto fisica di un'epoca così virtuale, la prima cosa che fai è scattare una foto, per dire: ci sono. Ci sono sopra, ci sono dentro, ci sono attraverso. Sotto le nubi e in mezzo al vento. Poi ti muovi con cautela, hai paura che il chilometrico telo giallo steso sulla promenade acquorea sotto di te non regga il peso di una persona, e invece ne può sopportare fino a 15mila contemporaneamente. Quindi prendi confidenza, allunghi il passo, ti guardi attorno, chiacchieri con chi ti accompagna, giri di qua e di là, ridi. Alla fine cerchi il silenzio, immobile. Non pensi, non parli. Credo sia quello che vuole Christo.

Benvenuti sui Floating Piers, i moli galleggianti che ha voluto Christo, artista bulgaro con una piccola base a New York e gigantesche follie realizzate in tutto il mondo - dall'impacchettamento del Reichstag alla copertura del fiume Arkansas in Colorado scegliendo come immensa location il lago d'Iseo, il più piccolo dei grandi laghi alpini con al centro l'isola lacustre più grande d'Europa. Land Art e water world. Si chiama miracolo.

Alla fine il miracolo è compiuto: Christo ce l'ha fatta. Sabato mattina, anzi venerdì notte, un minuto dopo le 00, si aprirà il varco d'accesso alla passerella a filo d'acqua che da Sulzano arriva a Monte Isola, prosegue per un tratto lungo la costa e poi si apre in due diramazioni fino alla minuscola Isola privata di San Paolo sulla quale c'è posto per la splendida villa della famiglia Beretta e poco altro. E quello che proverete è moltissimo. Arte, aria, acqua, cielo e tessuto color fuoco. «Il vento, il sole, la pioggia: tutto fa parte della mia opera d'arte», ci dice Christo accompagnandoci in una eccezionale preview per noi e per la stampa internazionale. Perché qui arriveranno da tutto il mondo: dalla Germania agli Stati Uniti all'Australia. Alberghi, hotel e bed&breakfast della sponda bresciana del lago sono sold out. Le strade attorno a Sulzano sono già bloccate. I grandi parcheggi e le navette pronte. Ristoratori e negozianti strafelici. I sindaci del comprensorio ancora di più. Previsti cinquecentomila (forse più) visitatori che cammineranno sulla struttura aperta 24 ore su 24, gratuitamente, da domani al 3 luglio. Per 15 giorni il Sebino un lago dimenticato da Dio e riscoperto da Christo sarà al centro del mondo. Non venirci, è un peccato. «Il piacere più grande non è il progetto, ma il viaggio per arrivarci». Parola di Christo, simpatico bulgaro dall'inglese zoppicante e passo spedito, cerata rossa e stivaloni verdi, una chierica di lunghi capelli bianchi, 81 anni, una gloria che lo segue e tappeti rossi che lo precedono, e una amatissima compagna-artista, Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, a cui ha dedicato il suo capolavoro, i Floating Piers.

Eccoli, i pontili galleggianti. Ci siamo sopra. Le sensazioni non si possono dire un po' si traballa, un po' si fluttua, un po' ci si immerge nei riflessi dell'acqua del lago e nelle ombre della montagne sulle sponde. Quello che si può raccontare è il progetto. Sontuoso e faraonico, è l'evento artistico mondiale del 2016. Quattro chilometri totali di passerelle, larghe 16 metri, sicurezza garantita da 60 bodyguard-bagnini, 100mila metri quadrati di tessuto di nylon dal colore cangiante - «Non è arancione: è giallo dalia, cambia sfumatura, dal rosso all'oro, a seconda dell'ora del giorno, dell'umidità e della luce» sostenuti da un sistema modulare di ponti galleggianti formato da 220mila cubi in polietilene ad alta densità, 750 operai impiegati, 15 milioni di euro pagati tutti da Christo che li recupererà vendendo bozzetti, disegni e modellini dell'opera («10 milioni me li sono fatti prestare dalle banche: arrivo dal comunismo ma credo nel sistema capitalistico»), e meno di due anni complessivi per la realizzazione, dalla firma dei permessi alla notte scorsa quando sono stati posati gli ultimi teli. «È dagli anni '70 che penso a qualcosa del genere, ho provato in Argentina, volevo mettere le passerelle sul delta del Rio de la Plata, poi nella baia di Tokyo Poi ho pensato all'Italia. Nel 2014 ho visto il lago Maggiore, quello di Como Qualcuno mi ha suggerito l'Iseo. Ho visto la linea morbida della montagna, Monte Isola, questa luce un buonissimo ristorante E così ho scelto il posto». Strano, dicono che l'Italia sia il Paese più burocratizzato del pianeta. «Ho incontrato i sindaci dei due comuni interessati al progetto, hanno detto sì, e in 23 mesi ho fatto tutto. È il mio record personale: non ho mai lavorato così velocemente e così bene in nessun'altra parte del mondo». Un altro miracolo.

L'ultimo lo fanno il genio di Christo e la bellezza dell'Iseo. Camminarci sopra è «un'esperienza parola ripetuta abbondantemente ieri - non solo visiva ma corporea. E come tutti i corpi, ha vita breve».

Ecco perché durerà solo 15 giorni. Poi sarà tutto smontato e riciclato. It's gone. Non rimarrà più niente. Se Christo lasciasse qui la sua opera diventerebbe una proprietà. «E il possesso è nemico della libertà». Parola di Christo.

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